BOOG E ELLIOT A CACCIA DI AMICI
 

- recensione -

 
L’orda dei barbari a tre dimensioni pare non accennare a fermarsi: ci si mette anche la Sony tra i colossi Pixar/Disney e Dreamworks, sfornando l’ennesima storiella di amiconi animali antropomorfizzati. “Boog e Elliot a caccia di amici” piacerà ai ragazzini meno scafati in materia ma farà storcere il naso agli altri, abituati alla frizzante vivacità de “L’era glaciale” giusto per fare un esempio eccellente. Boog è un orso grizzly addomesticato e pelandrone e vive viziatissimo (cartoni animati, cibo a volontà, nessuna preoccupazione) con la ranger che salvaguardia l’equilibrio della foresta. L’incontro con Elliot, cervo chiacchierone e petulante scampato alla cattura del cattivissimo cacciatore dal cuore di ghiaccio, gli mostrerà la dura realtà del mondo animale in relazione a quello umano. La trama edulcorata, fa sfoggio della tipica retorica il mondo è  
 
brutto e noi ci dobbiamo salvare, diventiamo amici per la pelle, ah ma la natura è così crudele? e via discorrendo inframmezzando il ritmo con con intervalli musicali tanto inutili quanto superficiali nell’esecuzione. “Boog e Elliott” conta anche sulla carrellata di animalerie di ogni tipo: scoiattoli, papere, castori, porcospini e conigli. Tutti in coro a cantar difficoltà e asprezze delle dure leggi di natura. Quale smagliante e fulgida  
novità. Oh yes! Niente di nuovo sotto al sole: quello che due secondi prima con chiare doti di preveggenza immaginate, accade, inscenato molto peggio di quanto pensiate. Certo non siamo ai minimi livelli di “Una magica notte d’estate” o di una qualsiasi Barbie Raperonzolo ma tant’è. Qualcuno diceva chi s’accontenta gode, così così. Appunto.

(recensione di Daniela Losini)

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