BENVENUTI AL SUD
 
locandina benvenuti al sud

recensione benvenuti al sud

 
Benvenuti al sud è il remake italiano del maggior successo commerciale francese di sempre, Giù al nord (2008) di Dany Boon. Alberto (Bisio), direttore di un ufficio postale in Brianza, aspira a un trasferimento a Milano. Per ottenerlo, si finge invalido, ma viene scoperto e spedito, per punizione, in un paesino vicino Napoli, che per un settentrionale equivale a un incubo. Con sua grande sorpresa, scoprirà che buona parte dei pregiudizi sul Sud sono infondati. Benvenuti al Sud ricalca pedissequamente la scansione narrativa e strutturale del prototipo, con le dovute variazioni legate all'adattamento al contesto italiano. Ciò non risulta fastidioso come si potrebbe facilmente pensare, anzi in alcuni punti il remake pare superare l'originale. La cosa non dovrebbe stupire se consideriamo che la commedia italiana, dagli anni Cinquanta,  
 
altro non ha fatto che raccontare l'eterna lotta a suon di pregiudizi tra Nord e Sud. Basterebbe pensare a Totò, Peppino e la malafemmina: prima di partire Totò e Peppino chiedono informazioni a Mario Castellani sul clima milanese e convintisi che a Milano ci sia "neve, vento, freddo. e la nebbia", scendono dal treno vestiti da cosacchi. Annoveriamo tra le pellicole con la stessa idea di fondo anche Cosa è successo   recensione benvenuti al sud
tra mio padre e tua madre? (1972) di Billy Wilder e la fiction TV Anni 50 (1998) di Carlo Vanzina. Queste ultime, sono molto vicine al remake Benvenuti al sud. Soprattutto Anni 50 . Lì vi è un maresciallo dei carabinieri del nord (Greggio) che viene spedito a Capri e si scontra con una realtà completamente diversa dalla propria, ma alla fine, accantona la polenta per gli spaghetti con pomodoro e basilico. Dispiace constatare il fatto che siamo dovuti andare a prendere un format d'oltralpe per sviluppare una tematica che è, come suddetto, da sempre nelle corde della nostra commedia popolare. Il Sud mostrato nel film non è né quello di Gomorra né quello di molti film di Nanni Loy, nei quali il napoletano viveva arrangiandosi. Il paesino meridionale di Benvenuti al sud , semmai, assomiglia moltissimo a quello di Pane, amore e fantasia del quale, pare, riprenderne lo spirito dei suoi abitanti. Un piccolo microcosmo in cui tutti si conoscono, si aiutano e, in un certo qual modo, si godono la vita e la bellezza del loro stesso paesaggio. Il Cilento, per la precisione Castellabate, è difatti l'altro vero protagonista della storia, "con la sua realtà spettacolare non contaminata". Gli attori sono tutti in parte, anche per via della loro estrazione regionale: Bisio è il milanese efficiente, lombardo fino al midollo, che beve thé con latte invece del caffè e va matto per il gorgonzola. Siani offre la sua migliore interpretazione cinematografica: misurato ma con una sferzante carica di comicità partenopea. Brava come sempre la Finocchiaro. Mentre , va sottolineata, la piacevole sorpresa Valentina Lodovini: bella e brava, al punto da conferire al suo personaggio la giusta personalità, evitando il macchiettiamo. Infine i personaggi di contorno: Nando Paone e Giacomo Rizzo (il quale omaggia Eduardo De Filippo nell' Oro di Napoli eseguendo la famosa pernacchia). E proprio con quest'ultimi comprimari, i rimandi alle nostre commedie degli anni Cinquanta si fanno più insistenti. Caratteristi che arricchiscono, riempiono la scena con la loro presenza, con le loro facce. Si ride con piacere e inoltre il film rappresenta un ottimo location product placement . Chissà che il probabile successo di questo film, non accresca il turismo nei luoghi delle riprese, come è accaduto con l'originale! Insomma, un bel ritorno alla commedia corale, pulita, senza volgarità e old style nei contenuti e nel contesto.


(di Stefano Bucci)


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