BAMBINI
 

bambini recensione

 
Gianluca Arcopinto è un entusiasta e agguerrito produttore di cinema indipendente (nonché regista del documentario sul nuovo presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola). Anima della casa di distribuzione Pablo (che a suo attivo ha quel piccolo gioiello di “Incantesimo napoletano”) ha realizzato questo “Bambini”, film che contribuisce alla costruzione di una scuola elementare a Watamu (Kenya) da parte dell'associazione italo-svizzera ATKYE. Cinque registi (di cui quattro esordienti), cinque città diverse, cinque storie di bambini: storie di vita, dal gusto –per lo stile grezzo- vagamente pasoliniano. Bella la trovata dei titoli di testa inframmezzati da immagini dei vari episodi e che danno l’idea di un racconto unico, di una medesima situazione con varie sfaccettature. Le diverse storie dovrebbero fornire un  
 
affresco della precarietà che colpisce l'infanzia e dei suoi sogni difficilmente realizzabili, del lavoro che manca, della crisi dello stato sociale, dello sfruttamento minorile, del mondo adulto che bombarda con valori e immagini false, dell’influsso dell’ambiente familiare non sempre positivo. Il problema è che di tutto questo molto poco viene fuori. Prevalgono uno stile forse eccessivamente ermetico e (soprattutto) una  
inconsistenza nel racconto che non viene mai approfondito: l’impressione è che i vari problemi siano semplicemente uno spunto per elucubrazioni più o meno intellettualoidi da parte di registi e sceneggiatori. Digressioni, lungaggini, ripetizioni rendono l’opera ancora meno godibile e generano il dubbio che i realizzatori non avessero molti argomenti (in un normale film di due ore qualche perdita di tempo è comprensibile, ma una storia di dieci-quindici minuti non dovrebbe essere concentrata al massimo?). Una fotografia lucida non molto gradevole all’occhio, una colonna sonora che fa molto jazz freddo anni 60 (alla maniera di Antonioni o Malle), attori con belle facce ma la cui recitazione lascia a desiderare contribuiscono a fare di “Bambini” un lavoro non riuscito. Accettabili da parte del pubblico forse solo due episodi: il secondo (“Sono Alice”) perché è l’unico a raccontare una storia più o meno compiuta, il quarto (“Post-it”) originale nell’impianto e con qualche bella invenzione visiva. “Bambini” è stato recentemente presentato a 'Una notte in Italia', il festival del nuovo cinema italiano a Tavolara (l'isola a nord della Sardegna, di fronte ad Olbia, che ospita da quindici anni una rassegna cinematografica tutta d'autore) e ha ottenuto un premio al Busto Arsizio Film Festival 2006 . E’ stato inoltre uno dei pochi film italiani partecipanti al Festival Internazionale di Giffoni 2006 (sezione Sguardi Inquieti).

(di Leo Pellegrini )

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