BACIAMI PICCINA
 

baciami piccina recensione

 
Il dramma e, dato l'argomento, la tragedia raccontati usando i toni della commedia, di quella commedia all'italiana che ha contribuito a rendere celebre il cinema del nostro Paese. In altri tempi. E di altri tempi sembra essere quest'ultima prova di Roberto Cimpanelli che, dopo una fortunata carriera come produttore e distributore è ora al suo secondo film come regista. C'è in Baciami Piccina una evocazione del miglior cinema italiano a cavallo degli anni cinquanta e sessanta, La grande guerra (Monicelli, 1959), Tutti a casa (Comencini, 1960), Il federale (Salce 1961), tanto per citarne alcuni. La storia si svolge a partire dal 7 settembre i943, nel paese di Civita di Terontola, dove il carabiniere Umberto Petroni (Neri Marcorè) deve scortare in treno fino a Venezia un truffatore, Raoul Nuvolini (Vincenzo Salemme) che dovrà  
 
essere interrogato dalla magistratura della città lagunare. Su quel treno però sale anche Luisa (Elena Russo) che da nove anni è la fidanzata un po' lagnosa di Umberto e da tempo sogna di fare il suo viaggio di nozze proprio a Venezia. Naturalmente il carabiniere non era stato avvisato e, mentre il treno inizia il suo viaggio, tra i due fidanzati si svolge un battibecco al quale fanno da controcanto le battute dense  
di citazioni pseudoculturali del prigioniero scortato. Ma l'indomani è l'8 settembre, una data fatidica per tutta l'Italia. In quel giorno il governo Badoglio annuncia l'armistizio con le forze alleate e l'abbandono della guerra a fianco della Germania. Mussolini è ancora agli arresti sul Gran Sasso (verrà liberato il 12 settembre) e i tedeschi si apprestano a occupare il suolo italiano. Sarà una tragedia e una liberazione a un tempo. In questo contesto cambierà non solo il viaggio dei tre protagonisti della nostra storia, ma le loro stesse vite. Il film è trattato con misurato umorismo, in grado di portare alla commozione senza essere lacrimevole. Grazie alla splendida recitazione dei tre protagonisti principali e alla sapiente regia ci regala quasi due ore di buon cinema. E non è certo un caso se la sceneggiatura di questa pregevole pellicola è firmata da Furio Scarpelli e da suo figlio Giacomo. Il primo ha firmato, insieme ad Age, le scenggiature dei primi due film citati più sopra, oltre a tante altre. Ma come nasce l'idea di fare un film come questo? Nella conferenza stampa di presentazione il regista ci dice: " Nasce da una promessa che ho fatto a Sergio Citti che mi vendeva delle idee dicendomi: - guarda gli americani sono molto interessati a quest'idea, mi offrono milioni - e poi concludeva - dammi 500mila lire... - L'idea di Sergio, a cui mi legava una grande amicizia, era di una guardia di finanza che deve portare a Zurigo un trafficante di valuta e sull'aereo, di nascosto, saliva anche la fidanzata della guardia. Era la storia del buono, del cattivo e del terzo incomodo femminile. Ma volevo un viaggio più avventuroso, volevo un periodo durante il quale spostarsi fosse un'impresa… e quindi il giorno prima dell'armistizio quando l'Italia era sconvolta e allo sbando mi è sembrato perfetto. Poi ho fatto leggere il soggetto a Citti che lo ha apprezzato, ho scritto la sceneggiatura con Furio e Giacomo Scarpelli . il film è dedicato a Sergio che purtroppo non ha fatto in tempo a vederlo realizzato. La cantante Tosca appare in un certo momento del film, come è avvenuta la scelta? Dice Cimpanelli: "La scelta di Tosca, è stata casuale, l'avevo vista in un festival della canzone romana e mi era piaciuto il suo pezzo che ho deciso di mettere nel film e l'ho convinta ad apparire in quelle scene". "Tra le cose pregevoli del film c'è la sorprendente forza drammatica di Vincenzo Salemme, attore e regista noto per i suoi film comici. Come è nato questo cambio di registro interpretativo?Salemme: "Sono un attore, mi piace essere diretto da un regista, è che non mi chiama nessuno. Per me non esiste la distinzione tra l'attore comico e il drammatico, esiste il personaggio che può far ridere o piangere" . È stato chiesto a Neri Marcorè come mai nel cinema ama recitare in ruoli che rappresentano personaggi d'altri tempi, mentre in tv e a teatro la modernità la esprime con forza. Marcorè: "Non è che la modernità non mi piace ma non ho avuto proposte di film con personaggi moderni che mi piacessero. li propongono ad altri, evidentemente vedono in me quel tipo di personaggio. Quando scelgo di interpretare un film vedo solo se la storia mi piace, se ha delle caratteristiche in cui penso di poter dare qualcosa. Forse dipende dal fatto che quando si parla di quegli anni ci si riferisce a un periodo di grande confusione sì, ma in cui era difficile stare in mezzo, bisognava scegliere di stare o da una parte o dall'altra. Oggi invece, pur essendo un periodo dove la confusione ci sovrasta, sembra che si possa galleggiare senza bisogno di scegliere, di schierarsi, e questo forse rende difficile fare dei film altrettanto belli con riferimento all'epoca attuale. Comunque sono felice di aver avuto questa parte. Infine va applaudita Elena Russo, perfetta nella parte della fidanzata petulante, che quando le viene chiesto se, e a quali attrici si è ispirata per il suo ruolo, risponde:"Ho visto molti film di quegli anni e mi sono ispirata prevalentemente a Sofia Loren.In effetti Elena Russo ricorda la Loren, non tanto per il carattere del personaggio, quanto per la sua fisicità e la cifra interpretativa. Per concludere ecco un film da non perdere, per i giovani che poco sanno di quel periodo storico e per i meno giovani che hanno amato i film da cui questo trae ispirazione.

(di Claudio Montatori )

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