più grande opera d’animazione europea mai realizzata, in cinque anni di lavorazione e per un costo di 65 milioni di euro. In questo personale debutto nel genere, il cineasta ha miscelato natura e fantasia, attori e creature inventate, ambienti veri e ricostruiti. Tutto merito della Buf Compagnie, società da lui fondata e tra le più importanti nel campo degli effetti speciali fotorealistici. Gli intenti sono pedagogici: la casa

della nonna finisce nelle mire di un antipatico speculatore, il mondo dei folletti è minacciato da un guerrafondaio che riduce in schiavitù gli abitanti delle terre conquistate, per compiere la missione salvifica Arthur si rimpicciolisce e assume l’aspetto dei folletti, ponendosi così nella loro prospettiva di vita comunitaria in armonia con la natura, e in più grazie allo slancio altruistico scopre l’amore. Oltre ai messaggi di cui è portatore, con ritmo, ironia, musica e strizzate d’occhio (a Shakespeare, “la Spada nella roccia”, “il Signore degli anelli”, “Pulp fiction” e “la Febbre del sabato sera”), il prodotto finale sorprende per inventiva dei personaggi animati, uso della luce e dettagli.