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ANOTHER YEAR - RECENSIONE |
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Locandina "Another Year" |
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another year - recensione
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La vita scorre silenziosa nelle stagioni che si susseguono e così passa un anno e tutto il ciclo si ripete senza arresto. Mike Leigh in “Another year” guarda il fluire della vita di Gerri (Ruth Sheen) e Tom (Jim Broadbent), coppia londinese, molto unita da interessi, valori e una sana ricerca di serenità interiore; di Mary (Lesley Manville), persona sola e scontenta, terrorizzata dal tempo che passa inesorabile; di Ken (Peter Wight), che affoga la sua insostenibile solitudine nell’alcol e fumo di sigarette; di Joe (Oliver Maltman), figlio di Gerri e Tom, alla ricerca dell’anima gemella. In una Londra dei quartieri periferici, dalle case striminzite, all’interno delle quali entra l’occhio pacato della la mdp di Leigh e ritrae la cucina con un grande tavolo, intorno al quale i personaggi discutono, bevendo vino o tè, gustando pietanze, chi ascoltando e chi parlando delle |
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proprie tristezze ed esasperazioni. Primavera, estate, autunno, inverno: le stagioni di ogni anno. Stagioni scandite da un tempo che si connota di umori, sentimenti, frustrazioni, solitudini, dolori e gioie umane, un tempo fatto di persone che si cercano e si trovano, che si supportano, che si sopportano, che si amano. “Another year” è uno sguardo attento sulla vita, giorno dopo giorno, sull'umanità che nasce, |
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cresce, invecchia, unita dall'amicizia, dall'amore di coppia, dalla famiglia, dalla solitudine e dai vizi che annebbiano la volontà di rigenerarsi come persone. Mike Leigh, si sa, predilige questo genere di soggetto narrativo che in “Another year” costruisce nei minimi particolari, frutto di una ricerca il più possibile espressiva, fatta soprattutto di primi piani, di mimica facciale e di dialoghi che mettono a nudo l'umano lato introspettivo che struttura l'esistenza di ogni persona in bene o in male. Un cinema che racconta l'esistenza delle realtà domestiche, del lavoro, dell'amicizia come fonte inesauribile di conoscenza e di esperienza, che si rivela sempre elemento di arricchimento in un dare ed un ricevere. Leigh ci porge quadri di vite che scorrono, con una semplicità e naturalezza sorprendenti, perché nulla è facile quando un regista si propone di mettere a nudo realtà interiori, sentimenti e frustrazioni, legandoli tra loro in un alternarsi di dialoghi densi di forza emotiva, tingendoli dei colori mutevoli delle stagioni che scorrono nell'anno che si compie. Il cinema di Leigh è denso di estetica e semiotica, di riflessività profonda, è un cinema che cerca di avvicinarsi quanto più possibile alla magia della complessità dei sentimenti, alla forza vera della vita. Nulla è sbagliato in “ Another year”: magistrale la regia, limpida la fotografia che sa raccontare, eccellente l'interpretazione di tutti gli attori, in particolare una commovente Lesley Manville nella parte di Mary, che chiude il film con la sua immagine di donna sconfitta dalla vita.
(recensione di Rosalinda Gaudiano )
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