ANIMANERA
 
locandina Animanera

recensione Animanera

 
Esordio coraggioso alla regia di Raffaele Verzillo che ha subito ottenuto dei premi in festival minori, come quello del cinema di Santa Marinella o come al Magna Graecia Film Festival, dove è stato particolarmente apprezzato l’attore protagonista (il cattivo), Antonio Friello, decisamente sopra le righe in un ruolo, quello del pedofilo assassino, molto difficile da affrontare. Un film duro da digerire, violento e crudo, aperta denuncia al mondo della pedofilia, troppo spesso messa in secondo piano dall’agenda sociale e politica: tutto questo è "Animanera". Una pellicola che lascia il segno, decisamente impegnata, creata per concentrare l’attenzione su questo gravoso problema, tanto che gode dell’appoggio di alcune tra le più importante Associazioni che si battono contro la violenza sui minori. Con tutto  
 
ciò che ne deriva, in particolare con la difficoltà di trovare un canale distributivo: dopo due anni di peripezie finalmente si è fatta carico della distribuzione la Medusa Film. Su di un piano squisitamente testuale e di linguaggio filmico, l’opera di Verzillo non passerà di sicuro agli annali: regia quasi invisibile che influisce negativamente sul ritmo, fotografia molto opaca e sporca stile poliziesco italiano anni ’70 figlia di una scelta ben   recensione Animanera
precisa di non usare la tecnologia digitale. Note abbastanza felici per quel che riguarda il livello attoriale, sopra la media col bravissimo “mostro” Antonio Friello e tutto sommato sufficienti con gli esperti Luca Ward e Giada Desideri. Il maggior merito di Verzillo è stato quello di mostrare, con una metafora neanche troppo velata, l’animo inquieto e “deformato” del protagonista: nel luogo in cui deteneva i bambini, c’è una gabbia in cui lui si aggira come fosse un’animale feroce, spesso muovendosi e facendo dei versi come una vera e propria tigre. Una gabbia dell’anima, in cui si sente chiuso, incapace di poterne uscire. Rinchiuso per colpa di un infanzia molto difficile, vittima anche lui di abusi sessuali che gli hanno causato questa “devianza”. Il proposito principalmente educativo ed informativo del film, sottolineato dal fatto che gli attori non hanno recepito alcun compenso ma hanno diritto ad una percentuale in base agli incassi, va un po’ a scontrarsi col divieto della censura per i ragazzi sotto i 14 anni: è vero infatti che la visione può essere troppo dura per un bambino, ma è altrettanto onesto dire che sarebbe possibile sotto la supervisione di un genitore che spieghi determinate sequenze di difficile comprensione per il bambino. Andando anche incontro a quell’opera di informazione e prevenzione che per ora sembra essere l’unica possibilità per contrastare la terribile piaga della pedofilia.



(di Mauro Missimi )


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