ALVIN SUPERSTAR
 

recensione alvin superstar

 
Grandi passi da gigante ha compiuto l’interazione tra gli attori in carne e ossa e i cartoni animati (“Chi ha incastrato Roger Rabbit” è la pietra miliare insuperata del genere) o i personaggi a tre dimensioni e Alvin Superstar ne è un ottimo esempio. Ragion per cui, perché preoccuparsi della trama? Il film si propone onestamente come intrattenimento puro per ragazzini e nostalgici del cartone animato che passò anche in Italia. I Chipmunks ovvero Alvin, Theodore e Simon sono gli scoiattoli canterini che ebbero un enorme successo in America per le loro caratteristiche voci e le canzonette che interpretarono. La pellicola in uscita supporta i cinquant’anni di ininterrotto affetto presso il pubblico. Dave (faccia adorabile Jason Lee) è un musicista senza portafoglio, che tenta la fortuna proponendo canzoni all’ ’’amico” che  
 
possiede una casa discografica. Puntualmente viene respinto con disdegno. Sta per mollare il suo sogno, quando incontra tre creaturine speciali, sfrattate dal loro albero. Li sorprende in casa a far danni ma ancor più sorprendente è la scoperta della loro capacità di parlare, cantare e capire la musica. Azzeccano una hit e inizia una nuova era: concerti, applausi, porte spalancate. Ma l’avidità dei discografici prende il sopravvento  
e le cose cominciano a peggiorare. I riferimenti musicali sono quelli classici ma pure quelli attuali: i chipmunks rappano, portano argentate tute gangsta e ballano a tempo di hip hop. Il tutto intonando canzoni con la tipica voce in falsetto che portano in dote. E se per alcuni può essere divertimento puro ad altri può provocare lo stesso effetto di un gesso scratchato sulla lavagna. Restano la morale dura e pura del fai la cosa giusta e qualche siparietto da giamburrasca.


(recensione di Daniela Losini )

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