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recensione alta infedeltà
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Il film comico di solito attira una considerevole quantità di pubblico, che sceglie questo genere per evadere, passare un paio d'ore a rilassarsi, ridere e ridere. Ma la comicità è composta da mille ingredienti, dei quali uno solo può garantire una comicità intelligente, che soddisfi e non annoi: pensare su ciò di cui si sta ridendo. Non possiamo certo dire di trovare questo ingrediente in "Alta Infedeltà", primo film da regista dell'attore e doppiatore Claudio Insegno. La sceneggiatura, scritta da Claudio e dal fratello Pino Insegno, è l'adattamento di un omonimo testo teatrale originale, messo in scena al Teatro Vittoria di Roma
nel 2005. La storia è il racconto di una reiterata infedeltà coniugale da parte di Filippo (Pino Insegno) che tradisce la moglie Magda (Marta Altinier) con una certa Giuly (Justine Mattera) incontrata un |
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giorno per caso. Filippo è un uomo medio borghese, apparentemente tranquillo, ma ha un difettuccio: non può fare a meno di corteggiare tutte le donne che incontra. Mariti, mogli, amici, vicini di casa, genitori, insomma, nel bel mezzo del racconto, sono tutti coinvolti in questa farsa. Proprio così, una farsa, che avrebbe la pretesa di rifarsi ad autorevoli autori del passato, ahinoi mal riuscendoci. Siamo tutti infedeli? Abbiamo tutti |
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bisogno di un amante per colorarci e movimentare la banalità del quotidiano? Pare proprio di sì. Ed alla fine, in un incessante intrecciarsi di situazioni ed eventi grotteschi ed inimmaginabili, "Alta Infedeltà" si dipana in un racconto caratterizzato da una leggerezza di base che sfocia in una comicità spicciola e, diciamolo pure, per un pubblico decerebrato. Inquadrature elementari, dialoghi concitati, superficiali e scontati, mettono in scena una carrellata di stereotipi, banalità e gag che invece di suscitare simpatia, finiscono per infastidire ed annoiare la visione. Il film è inoltre penalizzato da un'ambientazione molto risicata, che in pratica si riduce all'interno del salotto di Filippo. Nel cast vi è Maurizio Casagrande, nel ruolo di Alberto, nome che garantirebbe una comicità di qualità. Ma, a quanto pare, non bastano i nomi a garanzia di un certo successo, si esigono forma e contenuti, di cui "Alta Infedeltà" è del tutto carente.
(di Rosalinda Gaudiano)
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