i giorni passati in manicomio, la maternità sofferta. -"Un giorno io ho perso una parola, sono venuta qui per dirvelo e non perché voi abbiate risposta. Non amo i dialoghi o le domande, mi sono accorta che cantavo in un'orchestra che non aveva voci. Ho meditato a lungo il silenzio. Al silenzio non c'è risposta"-. Con questi versi inediti del prologo scritto da Alda Merini, la voce di Mariangela Melato coglie il

senso dell'esistenza di una donna che non è mai scesa a patteggiamenti con niente e con nessuno, neanche con se stessa. Ed il documentario assume i connotati di un vero e proprio recital, perché Alda Merini si racconta, tutta, recitando le sue pagine poetiche, le più liriche, in un lascito di pensiero e vita, come "Genesi", "Lirica Antica" e "Lettere". Ed allora, sviscerando il racconto di se stessa, questa donna dall'animo forte e fragile, ferito, impaurito, ma sferzante, con un sorriso malinconico (che Grittini coglie magicamente con la sua fotografia!) insegna che esiste sempre il momento della "rinascita", basta saper ascoltare la voce rigeneratrice dell'anima e tradurla in parole. "Alda Merini - Una voce sul palcoscenico", documentario pregnante e struggente, inquadra l'universo nel quale vive questa musa e dal quale tanta parte della sua poesia ha preso spunto, sarà uno degli eventi della Giornata degli Autori, sezione indipendente della 65° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.