AGORA
 
locandina agora

recensione Agora

 
Ambientato nell'Alessandria d'Egitto del 391 D.C., Agora racconta i fatti accaduti nella città dopo l'editto di Costantino, che pose fine alla persecuzione dei cristiani nell'Impero, e dopo i decreti di Teodosio I, che vietarono i culti pagani. La protagonista è la filosofa Ipazia, insegnante della scuola di Alessandria ed esperta astronoma, con un grande ascendente nella vita politica della città, impegnata a difendere il contenuto della biblioteca di Alessandria, scrigno della cultura del mondo antico, dall'occupazione dei cristiani. Oltre alle vicende della filosofa seguiamo quelle del suo schiavo Davo, innamorato della padrona, che si avvicina alla religione cristiana e al movimento dei parabolani (una specie di gruppo di soldati di Cristo) per liberarsi dalla condizione di schiavo, e di Oreste, studente di Ipazia poi diventato prefetto della città, che  
 
dovrà affrontare i conflitti religiosi e il crescente potere del vescovo Cirillo di Alessandria, mandante dell'uccisione di Ipazia. Il regista Alejandro Amenabàr ( Il Mare Dentro , The Others ) riesce a creare un film storico con un'ottima ricostruzione scenografica e un ritmo sostenuto, fattore che a volte viene sacrificato nelle pellicole di questo genere. Ma quello che conquista definitivamente di Agora è la vicenda   recensione agora
in sé, più che l'efficacia della regia: pur essendoci parecchio materiale sul tema, raramente vengono raccontate al cinema le pagine nere della storia cristiana. Qui non si parla di innovative interpretazioni bibliche, nascoste dagli insegnamenti del catechismo, e altre invenzioni danbrowniane. Qui si racconta di sangue sparso in nome di divinità varie, di rovesciamenti culturali che trasformeranno le donne di cultura in streghe, di sottomissione del potere politico al potere religioso. Amenabàr decide di raccontare le vicende senza possibilità di scelta riguardo a come schierarsi nei confronti della storia, anche adattando fatti storici al suo scopo, quello di mostrare la nocività della religione (cristiana, in questo caso) quando sottomette il potere politico. E questa libertà di revisione fa parte dei diritti di un regista cinematografico, il cui compito non è documentare, ma intrattenere e appassionare. E ci riesce davvero bene. Sorprendente Rachel Weisz nel ruolo di Ipazia. Aggiungiamo: in un ipotetico manuale di cineterapia, Agora è da inserire nella categoria "film che fanno venire voglia di studiare" (non è un'informazione utile ai fini della recensione, ma gli studenti pigri ringrazieranno).

(di Chiara Galeazzi )


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