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recensione a christmas carol
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Vola Ebenezer Scrooge sopra i tetti innevati di una Londra di metà Ottocento. Volteggia per scoprire le bellezze del Natale, anzi dei Natali: quelli passati, quello presente e quelli futuri. Scrooge è uno di quegli arcigni e avidi signori attempati che liquidano come scempiaggini tutte le manifestazioni di gioia delle festività. Né generosità né compassione sembrano provenire dalla sua indole fredda, almeno finché non gli fa visita il fantasma del suo ex collega Marley, morto ormai da anni, che tenta di fargli capire che è ancora in tempo per redimersi e cercare di riunirsi a quello spirito del Natale che sembra aver perso nei meandri della sua fanciullezza. Comincia così l'entusiasmante volo nel tempo di Scrooge, che, accompagnato da tre diversi spiriti, esplora le tante dimensioni temporali del Natale: quelle che sono ormai svanite, quelle che si |
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stanno perdendo e quelle che potrebbero andar perse. Dopo questo viaggio fantastico e commovente, il nostro protagonista non potrà che cambiare e rendersi conto del potenziale di felicità che la sua vita ancora gli offre. "A Christmas Carol" è l'ultimo adattamento cinematografico del fortunatissimo racconto
di Charles Dickens, questa volta firmato Disney e Robert Zemeckis. Il film non solo è realizzato in |
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3D (o meglio in Real D, quindi con occhialini in dotazione), ma soprattutto sfrutta una delle tecniche più avanzate del cinema contemporaneo, la Performance Capture. Vale a dire che il film è totalmente realizzato a computer, ma le interpretazioni provengono da attori veri che in uno studio hanno recitato i vari ruoli del film: le interpretazioni sono state poi catturate digitalmente da cineprese computerizzate che le hanno trasferite su supporti informatici. Ecco perché lo straordinario Jim Carrey non solo interpreta il ruolo del protagonista, ma anche di tutti i fantasmi del Natale, come se fossero delle proiezioni della sua stessa persona. A fianco di Carrey troviamo anche Gary Oldman, nel ruolo di Marley e dell'impiegato di Scrooge, Colin Firth, il nipote, e Robin Wright Penn, nei panni della sorella e di Belle, l'ex fidanzata di Scrooge; tutti ottimi, soprattutto considerando la difficoltà di recitare in assenza di contesto. "A Christmas Carol" ha il pregio di una regia frizzante e ispirata e di una definizione ambientale eccellente: davvero a tratti sembra di sentire l'atmosfera dei focolari domestici e di entrare nelle baldorie dei giochi sulla neve, grazie anche ad una fotografia scura fatta di punti luce sparsi e soffusi. Con tanto di canzone di Andrea Bocelli, è un film Disney in piena regola che non deluderà i piccoli spettatori in cerca di emozioni. Anche se il film ha qualche difetto (parte centrale con cali di tensione e momenti dark non inquietanti quanto dovrebbero), tutto sommato "A Christmas Carol" può essere una scelta consigliabile per la giornata di Santo Stefano. Target: bambini fino alla prima media. Consigliato anche agli adulti purché entusiasti del Natale e molto avvezzi alle favole.
(di Marco Santello )
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