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recensione 2 giorni
a parigi
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Cosa si può
fare in soli due giorni
a Parigi? Se lo è
chiesta Julie Delpy,
attrice francese emigrata
negli Stati Uniti
che di entrambe le
culture sembra aver
preso solo i pregi.
Colta, intelligente,
quasi bohemienne,
nata da una famiglia
di intellettuali della
sinistra francese,
che ha conosciuto
le luci della ribalta
internazionale quando
nel 1995 uscì
"Prima dell'Alba",
commedia sentimentale
ambientata su di un
treno che, con pochi
soldi e molte idee,
ottenne un grande
successo di pubblico
e critica. Julie,
attrice bella e dotata,
non è una presenzialista,
scrive i suoi testi
e divide la sua vita
tra New York e Parigi.
Dalla sua esperienza
di vita multiculturale
nasce l'idea di "2
Giorni a Parigi",
un film incentrato
sulla vacanza di una
coppia, una fotografa
francese e un designer
americano, che vive
a New York. Dopo una
tappa a Venezia i
due |
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si fermeranno
a Parigi
in visita
alla
bizzarra
famigli
di lei.
Può
il cambio
di ambiente
portare
alla
luce
dei
problemi
di coppia
mai
apparsi
prima?
C'erano
sempre
stati
o sono
causati
dalle
nuove
frequentazioni?
In un
turbillion
di incontri
bizzari,
rimpatriate
familiari,
vernissage
e feste
tra
amici,
Jack
e Marion
conosceranno
nuovi
lati
l'uno
dell'altro,
ma anche
di loro
stessi,
attraverso
il confronto
di lingue,
atteggiamenti
e ambienti |
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culturali:
perchè
una relazione
è il
termometro
della società
in cui si
vive. Non
a caso la
Deply, autrice
anche della
sceneggiatura,
ha scelto
come protagonisti
due artisti,
due menti
creative che
vivono il
loro tempo
in maniera
appassionata
e partecipativa.
Ecco dunque
che i 2 giorni
a Parigi del
titolo diventano
un momento
di riflessione
sull'oggi,
non solo per
le ralazioni
sentimentali,
ma soprattutto
sulle visioni
dle mondo
di due continenti
diversi, lontani,
ma anche molto
simili. Sarà
possibile
ricucire i
pezzi? Solo
la propria
apertura verso
l'esterno
e l'approccio
alla rottura
possono instaurare
le base di
una possibile
futura relazione,
qualunque
essa sia.
Il film nasce
dunque da
un'esigenza
molto personale,
introspettiva,
ma anche divertente
e divertita,
di voler raccontare
una storia.
E insieme
alla regista
protagonista
e anche montatrice,
si muovono
sullo schermo,
quasi fosse
un docuementario,
l'amico Adam
Goldberg e
addirittura
i suoi veri
genitori nella
parte, ca
va sans dire,
dei suoi genitori.
La scelta
di amici e
parenti nasce
anche da esigenze
economiche,
basso badget
basso e tempi
di lavorazioni
molto ristretti,
ma l'affiatamento
tra i protagonisti
è la
grande forza
di questo
piccolo film
che ha davvero
qualcosa da
dire. La macchina
da presa si
muove tra
i volti dei
protagonisti,
alternando
immagini fotografiche,
a camere da
letto piene
di libri e
passeggiate
nelle vie
più
sconosciute
di una Parigi
assolata,
che nasconde
dentro di
se delle vie
di cui i turisti,
soprattutto
quelli americani
che fanno
il "Da
Vinci Code
Tour",
non potrebbero
mai immaginare
l'esistenza.
(recensione
di Sara
Sagrati
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recensione del
film "2
giorni a parigi"! |
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