demoni inscenando
più
e più
situazioni
al limite
e paranormali:
tempeste di
neve, ologrammi
vintage, fuochi
purificatori,
incontri strazianti,
trabocchetti
terrorizzanti,
prove di resistenza
psicologica.
Da salvare,
narrativamente,
il tema del
doppio e il
tentativo
di unire finzione
e realtà,
capisaldi
della letteratura
kinghiana
che amammo
come pochi
altri anche
qui trasfusi,
come nelle
non sempre
riuscite trasposizioni
cinematografiche
(in)capaci
di esplorare
il torbido
della mente
umana. Visivamente,
la ricerca
di soluzioni
non ovvie
o abusate
concilia in
alcuni passaggi
la dovuta
aspettativa.
Argomenti
ai quali rispondiamo
sensibili
ma che percepiamo,
nella resa
in celluloide,
come anacronistici
e situati
in un’era
temporale
lontanissima,
abituati come
siamo allo
spavento indotto.
Amabilmente
ai confini
della realtà.
(recensione
di Daniela
Losini )