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recensione 10
cose di noi
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“10 cose di
noi” (“10
items or less”
è il titolo
originale e si riferisce
alla speciale cassa
veloce del supermercato)
è un piccolo
film indipendente,
genere che "se
va è andata,
altrimenti non cambia
niente", del
2006. Passato al Torino
Film Festival di quest’anno,
è prodotto
dallo stesso Morgan
Freeman, che si ritaglia
il ruolo dell'attore
svampito che s’avvia
sulla highway del
tramonto. Diretto
dall’ondivago
Brad Silberling (“Casper”
“Lemony Snicket”
“City of Angels”)
srotola, sviscera
e inscena quasi due
ore di confronto serrato,
tra un uomo maturo
che si è guadagnato
da vivere facendo
l'attore/star e una
giovane, bella e sveglia
cassiera (Paz Vega,
presenza scenica notevole).
L'incontro è
favorito da alcune
ricerche che l'uomo
sta svolgendo grazie
all'applicazione del
metodo stanislavskij
al prossimo (forse)
personaggio che interpreterà:
il mana- |
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ger
di un
supermercato.
Si trova
così
a tediare
e studiare
il prossimo
vivendo
per
qualche
ora
nel
mondo
della
grande
distribuzione:
ombra
del
manager
(Kumar
Pallana,
per
sempre
il Pagoda
de “I
Tenenbaum”),
osservatore
dei
tic
degli
avventori,
elargitore
egli
stesso
di vezzi
da empatico
attor
gigione.
Esattamente
quel
che
fa il
buon
Freeman
per
gran
parte
della
pellicola,
nonostante
il tono
scanzonato
e leggero,
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risultando
spesso stucchevole.
Il botta e
risposta tiene,
la prima parte
è convincente,
spedita e
senza sbavature
ma mentre
ci si avvia
al termine,
la fiacca
della rappresentazione
fine a se
stessa fa
capolino,
appesantendo
la visione.
Sorta di “Lost
in translation”
afrolatino
nella terra
dei sogni
americani,
ove ogni cosa
succede e
il minuto
dopo, è
già
dimenticata.
(recensione
di Daniela
Losini )
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recensione del
film "10
cose di noi"! |
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