Rob Schmidt
è quello di
Delitto + castigo
a Suburbia. Non possiede,
dunque, una bella
fama. Con Wrong
Turn ha voluto
cambiare registro,
e tuffarsi nello slasher/horror
tipo anni 70 e primi
'80, quello delle
comitive giovani che
si recano in mezzo
alla natura per trovare
la morte. Meno male
che ha lasciato perdere
le menate morboo-adolescenziali
del precedente film.
Perché qui
non perde tempo, e
gira un veloce, ruvido
e sanguinoso "macellaragazzi"
che funziona. In questa
storia di alcuni incauti
che prendono una scorciatoia
nella foresta, e vengono
decimati da tre mostruosi
inbreeders (parti
di consanguinei),
non mancano incongruenze
e facilonerie di genere.
Ma il ritmo è
spedito, il gore cospicuo
(almeno un paio di
omicidi notevoli:
quello sull'albero
e quello dello sceriffo)
e la furia bella sporca.
Azzeccata e origi-
nale
l'idea
della
fuga
tra
i rami.
Ai trucchi,
ottimi,
c'è
Stan
Winston.
Senza
scomodare
John
Boorman
(per
inciso,
scomodato
dai
dialoghi)
o Walter
Hill,
Wrong
Turn
si inserisce
comodo
comodo
nel
manipolo
degli
horror-zotici
alla
Humongous,
The
Final
Terror,
Geek!,
Just
Before
Dawn
(gli
appassionati
ricorderanno
di certo).
Fa piacere.
La sequenza
della
cascata
sembra
un omaggio
a L'ultimo
dei
Mohicani
di
Mann.
Citazione
consapevole
o bizzarra
coincidenza?
(di Pier Maria
Bocchi - Film
TV)