WINNIE THE POOH E GLI EFELANTI
 

recensione winnie the pooh

 
Dopo i cartoni degli ultimi anni, da cui sono più gli adulti che i bambini a trarre divertimento, e che sembrano escludere invece gli spettatori under 12, ecco (finalmente!) un cartone animato che è davvero tale. Senza nulla togliere al miracolo del disegno tridimensionale di film come Gli Incredibili o Shrek, e pur riconoscendone l’umorismo trascinante e anche audace, il cartone di "Winnie the Pooh e gli Efelanti" emerge forte della propria dolce semplicità. La storia non vanta alcuna concessione a un pubblico adulto e smaliziato: è pensata appositamente per i bambini più piccoli. Il piccolo Roo, il cucciolo di canguro, è il vero protagonista del film. Un mattino, nel Bosco dei Cento Acri, gli abitanti si svegliano e scoprono le tracce del passaggio di una creatura sinistra. Spaventati, Winnie the Pooh, Tigro,  
 
Pimpi e gli altri decidono di partire per una spedizione contro gli Efelanti, fantomatici mostri che sembrano minacciare la serenità del bosco. Sarà Roo, a cui è stato proibito di unirsi alla caccia al nemico, a incontrare un piccolo di Efelante, Effi Deffi, e a capire quanto sia importante trovare un amico in qualcuno che ha un aspetto così diverso e finisce invece per rivelarsi totalmente affine. Il filo conduttore è  
quello che si riscontra in innumerevoli altri cartoni animati, dal già citato Shrek a L’era glaciale: l’accettazione e alla fine l’amore anche per l’estraneo, per tutto quello che inizialmente non si conosce e si teme. Il piccolo Roo ha dalla sua l’innocenza infantile, che lo rende in grado di vedere ciò che gli altri suoi amici adulti, accecati dai pregiudizi, non vedono: che gli Efelanti sono creature pacifiche come loro, e soprattutto essi stessi hanno paura degli abitanti del bosco, che ritengono potenziali nemici. Non a caso una delle sequenze più riuscite è quella in cui Roo cerca di convincere Effi Deffi a scavalcare il recinto che segna il confine tra il territorio degli efelanti e il bosco degli altri animaletti. L’efelante mostra a Roo le proprie paure e Roo a sua volta vede riflesse come in uno specchio i timori propri e dei suoi amici. Le scene in cui i due giocano insieme, correndo per i prati e inseguendo le nuvole, sono un poetico piccolo inno all’amicizia che conquista tutti i bambini. Il disegno è piatto e bidimensionale, i colori utilizzati sfruttano le più tenui tinte pastello, sia per il paesaggio che per i personaggi. Nel complesso l’effetto è riposante e ormai insolito, visto che non siamo abituati a cartoni animati così delicati e naïve. Vedendo un film del genere, anche molti adulti non potranno non apprezzare il ritorno a una dimensione più genuina della favola, pensata per i più piccini, e a quel modo di disegnare tenero e delicato dei primi capolavori Disney, a partire da Biancaneve.

(di Margherita Sanjust di Teulada)
 
 
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