IL SEGRETO DI VERA DRAKE
 
 

- Recensione -

 
Una piccola donna si aggira nei sobborghi della Londra anni ’50 con il suo cappotto liso, il cappelluccio di lana e la borsa di pelle che contiene il segreto di cui si accenna nel titolo. Una donna col viso e gli occhi memorabili di una magistrale Imelda Staunton - meritata coppa Volpi a Venezia - che riempie lo schermo col suo sguardo indulgente, che colma di amore e attenzioni i suoi familiari e gli orfani che decide di accogliere sotto la sua ala, che crede di fare la cosa giusta aiutando le ragazze che ne hanno bisogno. Meravigliosa Vera, dal cuore troppo grande che pulisce la piccola casa, che prepara tè caldo per tutti, che cura la madre burbera, che diventa sensale per procurare felicità alla timidissima e ordinaria figlia, onesta Vera che si muove nella vita senza calpestare nessuno e che senza secondi fini, pro-  
 
cura aborti clandestini per mero spirito altruistico. Innocente Vera, arrestata perché ciò che compie per la legge è crimine e per la società peccato inconfessabile e seppure con tutte le attenuanti del caso (e del sentire comune) deve sostenere un processo a suo carico ma soprattutto, deve reggere il tribunale della sua coscienza. Straordinaria Vera che nella disperazione pensa solo ai propri cari che pure  
con le contraddizioni e gli impulsi del caso, le si stringono attorno restituendole l’incrollabile sostegno col quale lei stessa ha portato avanti la famiglia. Sbalorditivo il marito di Vera che con rassegnazione e dignità esemplari accompagna la moglie senza lasciarla sola nell’attraversare i mari ostili della colpa e dell’espiazione. Anche la voce della vergogna, il sussurro del dubbio, l’ipocrisia delle apparenze da salvare impersonate dal figlio dandy, risultano intonate – diversamente da quelle della cognata che si crede Marylin e invece è solo una misera caricatura di superficialità - e appaiono naturali. Verrà la condanna, verrà il tempo delle separazioni fisiche - non quelle del cuore - ma Vera è stampata indelebile nella nostra memoria pura come una Maddalena peccatrice e redenta. Mike Leigh e lo stuolo di bravissimi attori - facce che più inglesi di così non si può – sono tutti schierati per la riuscita di questo film raccontato con maestria e arricchito perfino dalle pareti coperte di tappezzeria logora, dalle tazze fumanti di tè, dalle frasi smozzicate e ordinarie che si pronunciano tutti i giorni. La statura di questa pellicola è indiscutibile e il Leone d’Oro è meritato. Il segreto di Vera Drake, è una storia d’impatto e forza girata con il bisturi. Chirurgicamente mostra gli interni di una vita modesta negli arredi e negli abiti ma non nei sentimenti. Un film coinvolgente, drammatico. In una parola: perfetto. (di Daniela Losini)
 
 
   
 

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