Una donna parte da
Buenos Aires verso
il Sud, insieme alle
due figlie, per incontrare
il marito che credeva
morto venti anni prima.
Giunti a destinazione,
l'uomo (che ha qualcosa
di oscuro nel passato)
si mostra ostile e
indifferente, facendo
finta di non conoscere
la moglie. Ma la donna
non si dà per
vinta. Intanto, intorno,
facciamo la conoscenza
di figurine e vicende
laterali. Agresti
è ormai un
campione dell'accademismo
da festival. Quest'ultimo
suo lavoro, presentato
alla Mostra di Venezia
(sezione Orizzonti),
è appena migliore
dell'ultimo leziosissimo
Valentin, ma rimane
superficiale ed evasivo
nel suo rapporto col
presente, e alla fine
di inesorabile noia.
Pieno di trucchetti,
con un uso superficiale
dei paesaggi, il film
rende solo raramente
qualche atmosfera
più consistente,
specie grazie all'apporto
degli attori (su
tutti
la protagonista
Monica
Galan).
Fastidioso
come
sempre
il doppiaggio,
in particolare
dei
bambini.
Per
farci
un'idea
migliore
del
cinema
argentino,
si spera
invece
che
al più
presto
arrivi
in Italia
"Los
muertos"
di Lisandro
Alonso,
visto
agli
ultimi
festival
di Cannes
e Torino.
(di
Emiliano
Morreale
-
Film
TV)