I TRE VOLTI DEL TERRORE
 
 

- Recensione -

 
Un misterioso gentiluomo entra nello scompartimento di un treno. Fa cadere una sfera ai piedi dei viaggiatori (solo tre, due ragazzi e una fanciulla) che intraprendono da questo momento un viaggio all'indietro nel loro recente, cupissimo passato. C'è chi si è trasformato in una specie di licantropo, chi è stato spellato e congelato da un chirurgo pazzo, chi si è trovato al cospetto di una lacustre creatura lovercraftiana. Sogni, miti o realtà? Rifacendosi a Le cinque chiavi del terrore e alle storie horror a episodi, accomunate dalla diabolica presenza di John Phillip Law, Sergio Stivaletti e lo sceneggiatore-critico Antonio Tentori omaggiano il cinema e la letteratura fantastica. Ma la valanga di citazioni sortisce un effetto spiacevole, perché situazioni e colpi di scena finiscono per essere tutti... pre-visti. Ci si chiede poi
 
  se questo tipo di prodotto autarchico ed esageratamente cinefilo abbia ancora un suo pubblico di riferimento, e non sia invece il colpo d'ala di un certo modo di concepire l'horror molto anni '80. I make up di Stivaletti sono mirabolanti, i camei di Claudio Simonetti e Lamberto Bava (quest'ultimo nei panni di se stesso sul set di Demoni 7!) divertenti, ma alla fine è persistente la sensazione che il film sappia di stantio.
 
 
   
Mauro Gervasini (Film TV)
 
 
  scheda recensione locandina  
 
     
     

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