innovativa
di Keiichi
Suzuki donano
al film un
ritmo crescente
che trova
nel finale
il suo pieno
completamento.
Il versante
emotivo/passionale
dei personaggi
si trova così
in perfetto
equilibrio
con la dimensione
ironico/grottesca
permettendo
a Kon di regalare
agli spettatori
un film di
irresistibile
dinamismo
permeato di
magia.
Note
e curiosità:
questo è
il terzo film
di Kon, ormai
considerato
uno dei maestri
dell’animazione
giapponese.
Si fa notare
come scenografo
e artista
del layout
in Patlabor
2 di Oshii
Mamoru e in
“Memories”
di Katsuhiro
Otomo, per
il quale realizza
le animazioni
dell’episodio
“Magnetic
Rose”.
La Madhouse,
una delle
più
importanti
case di produzione
di animazione
giapponese,
gli affida
la regia di
Perfect Blue
(1997) e di
Millennium
Actress (2001),
le cui locandine
si vedono
in uno spezzone
all’inizio
del film.
Perfect Blue,
un giallo
in molti punti
alla Dario
Argento anni
70, pensato
inizialmente
per l’home
video come
OAV, é
stato realizzato
come film
per le sale
cinematografiche
e lanciato
sul mercato
internazionale,
ma da noi
distribuito
solo in videocassetta.
Tokyo Godfathers
è poesia
ricca di suspense
che arriva
diretta al
cuore senza
lasciarsi
mai permeare
da un sentimentalismo
di facciata.
(di
Emanuele
Pierozzi)