Esordire in un lungometraggio,
per un comico, rappresenta
un momento speciale
e pericoloso allo
stesso tempo. La dimensione
del film comporta
ritmi diversi rispetto
alla televisione e
al teatro, necessita
di una trama che regga
e dia spessore alle
battute, che evidentemente
non possono vivere
di vita propria come
in altre situazioni
più collaudate.
Solitamente, infatti,
i film di questo genere
risultano un’accozzaglia
slegata di situazioni
più o meno
comiche, che sicuramente
non hanno la stessa
forza viva che in
teatro. Ale &
Franz, diretti da
Alberto Ferrari in
questo La Terza Stella,
non si discostano
molto dalla regola
e la loro pellicola,
che ha come fonte
di ispirazione i film
di Aldo, Giovanni
e Giacomo, si dimostra
poco originale e lacunosa
a livello recitativo
e di sceneggiatura.
La trama è
banale e le
capacità
comiche
del
duo
risultano
notevolmente
appiattite,
come
si perdessero
nella
distanza
tra
il grande
schermo
e lo
spettatore,
al quale
riescono
a strappare
al massimo
un paio
di sorrisi
sforzati.
A chi
li ha
visti
dal
vivo
o in
televisione
sembra
impossibile
assistere
ad una
prova
così
scialba
ed incolore,
totalmente
dominata
dall’ansia
di voler
fare
ridere
a tutti
i costi
riutilizzando
collaudati
clichèe
che riescono
francamente
irritanti.
Essere tra
i comici più
applauditi
d’Italia
non basta
a realizzare
un buon film,
se non si
mettono in
campo idee
e verve. Una
delusione
su tutta la
linea, un
film che scivola
via come acqua
fresca e del
quale lo spettatore
si dimenticherà
nel giro di
poche ore.
(di Antonio
Nasso)