NEW YORK TAXI
 

new york taxi recensione

 
E’ davvero difficile spendere molte parole per un prodotto remake di un film francese uscito da poco e cambiato a tavolino per incontrare meglio i gusti del pubblico americano. Nel 1998 Taxxi di Luc Besson sbanco’ i botteghini in Francia destando l’entusiasmo del pubblico francese. Ora Besson si cala nella parte di produttore ed assieme ai tre sceneggiatori americani rifanno il look al suo successo. E’ sorprendente vedere come in questo caso non ci siano variazioni di rilievo rispetto all’originale. La soluzione adottata e’ stata quella di cambiare il sesso ad alcuni protagonisti, qui capeggiati dalla brava ed ipercinetica Queen Latifah ( Belle ), ed ingrassare il tutto con slang pesante e battute volgari. Come faceva notare il NY Times e’ triste vedere che il salto Europa USA faccia solamente lo scambio dei cliche’. In Francia il tassista scavezza-  
 
collo era un algerino, a NY una ragazzotta di colore del Bronx. La commedia fonda le sue scarse energie sul dualismo tra Belle e Washburn, Jimmy Fallon, contrapponendo le capacita’ di guida e la prontezza di spirito di lei con le ansie e le operazioni maldestre di lui. Ad impreziosire la vicenda va sottolineata la presenza di Ann-Magret madre di Washburn il cui personaggio e’ spassosissimo. Per fortuna il regi-  
sta Tim Story ha potuto sbizzarrirsi nelle scene di inseguimenti a folle velocita’ all’interno della grande mela. Alcuni squarci sono davvero apprezzabili. Peccato che nel momento di massima tensione abbia avuto fretta di concludere ed incelofanare il tutto per vendercelo. Non abbiamo parlato della bella Gisele Bundchen, la modella brasiliana alla sua prima fatica davanti alla macchina da presa. Speriamo che non si affatichi troppo in futuro.

(di Christian Cinetto)

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