dispiace
per il guasto
che lo ha
danneggiato.
Lo fa però
in un contesto
che manca
di un filo
conduttore
etico. In
"Stealth"
non ci sono
messe a fuoco
di problematiche
universali.
Siamo molto
lontani dal
film 2001
Odissea nello
spazio uscito
nel 1968.
L’opera
di Cohen è
povera di
suspense e
di estetica
narrativa
perché
è troppo
concentrata
nella creazione
dell’effetto
movimento
che ha il
suo codice
nel ritmo
e nell’alta
tensione.
La verosimiglianza
delle battaglie
è straordinaria
anche se assorbe
come un buco
nero ogni
luminosità
espressiva
che accenni
a un dialogo
intelligente.
Il film è
un po’
pretestuoso
perché
vuole svolgere
senza trovare
gli spazi
giusti numerose
questioni
di etica e
di politica.
Questo è
l’errore
più
evidente della
pellicola.
Se Cohen si
fosse accontentato
di sollevare
una o due
questioni
al massimo,
strettamente
connesse al
tema del terrorismo,
avrebbe consentito
allo spettatore
di godere
anche della
presenza di
un pensiero
intelligente.
Straordinarie
le angolazioni
visive della
macchina da
presa, che
nel film svolge
la funzione
di una vera
e propria
star relegando
un po’
tutti i personaggi
ad un ruolo
secondario.
(di Biagio
Giordano)