|
|
|
|
la sposa siriana
recensione
|
|
Onore alla Mikado
per aver comprato
e distribuito questo
film (gran successo
di pubblico, che lo
ha premiato, al Festival
di Locarno e incetta
di riconoscimenti
al Montreal World
Film Festival), certamente
uno dei più
interessanti dell'intera
stagione 2004-2005
(e che avrebbe meritato
di circolare in un
periodo di più
alta frequenza nei
cinema). Un film che
parla di confini fisici,
mentali ed emotivi
e della volontà
di conviverci e di
attraversarli: un
film di grande attualità
visto quanto sta accadendo
in varie parti del
mondo e che riguarda
tutti gli uomini,
vicini e lontani.
Un bellissimo ritratto,
accorato e struggente
ma a tratti anche
umoristico, di come
si conduce l'esistenza
nelle Alture del Golan
tra ostilità,
diffidenza, cieca
e ottusa burocrazia.
Una storia che si
svolge nell'arco di
poche ore, ma che
illustra |
|
|
|
con
profondità
una doppia
oppressione,
quella della
minoranza
drusa sottoposta
all'occupazione
israeliana
e quella delle
donne sottomesse
alla tradizione
e al potere
maschile.
Una lunga
scena finale
che è
un capolavoro
di surreale
e di grottesco
e che rende
al meglio
l'assurdità
di certo comportamento
umano (dalla
stupidità
degna di un
Kafka). Un
mondo socialmente
e politicamente
opprimente
che non impedisce
però
di avere ancora
dei sogni
e delle speranze.
Un messaggio
di comprensione
e di tolleranza
che il regista
Eran Riklis
(al cui attivo
sono numerosi
documentari,
spot e film
campioni di
incasso in
Israele) esprime
con immagini
splendide,
una accattivante
colonna sonora,
un ritmo veloce
e scattante
che non concede
un attimo
di tregua
e non permette
allo spettatore
la minima
distrazione.
Grande la
sua abilità
nella direzione
degli attori,
tutti bravissimi
e dalla sorprendente
spontaneità,
abilissimi
sia nel pianto
che nel riso.
Un encomio
particolare
ad Hiam Abbass
(nel film
Amal, la sorella
maggiore),
attrice israeliana
ma che vive
e lavora a
Parigi: eccezionale
il suo ritratto
di donna moderna
intrappolata
in pregiudizi
e tradizioni
costrittive
di cui vorrebbe
liberarsi,
un volto intenso
drammatico
intelligente
magnifico
(ricorda la
migliore Irene
Papas) che
non sarà
facile dimenticare
e che si spera
di rivedere
al più
presto.
(di Leo
Pellegrini
)
-
Scrivi la tua
recensione! |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2004.
Tutti i diritti sono riservati.
|
|
|