Nell estate del 2001
una ventina di giovani
calciatori argentini
e uruguayani arrivano
in Italia con un sogno:
entrare a far parte
di una squadra di
calcio di serie C2
il Fiorenzuola, senza
alcun problema di
passaporto, perché
tutti sono provvisti
di nazionalità
italiana. Ad allenare
il gruppo, il mitico
Mario Kempes, campione
del mondo con la sua
Argentina nel 1978
(e famoso, oltre che
per i goal, per essersi
rifiutato di stringere
la mano ai colonnelli
che assistevano alla
finale con l'Olanda).
Questo film inchiesta,
voluto fortissimamente
e prodotto con la
solita generosità
da Gianluca Arcopinto,
è il crudo
resoconto di questo
sporco affare, giocato
sulla testa e sulle
gambe di un pugno
di ragazzetti (tra
cui un nipote del
grande Schiaffino),
che bene (male) rappresenta
il mondo del calcio
contemporaneo, nella
stragrande mag-
gioranza
composto
di faccendieri
senza
scrupoli,
figure
di contorno
ciniche
e bare,
ambienti
sordidi
e ambigui,
e quant'altro
non
abbia
a che
fare
con
l' etica
sportiva.
Tra
una
suoneria
di cellulare
che,
squillando
in continuazione
rintocca
nell'aria
già
indirettamente
western,
note
di Il
buono,
il brutto,
il cattivo,
citazioni
osvaldosoriane
e genuine
ironie
dei
malcapitati
(che,
inutile
sottolinearlo,
sono
tornati
a casa
mazziati
e scontenti),
una quasi
divertita
denuncia che
sarebbe bello
rivedere presto
in Tv, in
prima serata,
al posto di
Biscardi (di
Aldo
Fittante
- Film
TV)