re
il primo film
italiano di
fantascienza
interamente
girato in
digitale.
Invece di
puntare sulla
qualità,
qualsiasi
forma o genere
essa abbia,
si sceglie
di puntare
sul sottotitolo
ad effetto,
anche quando
il risultato
è penoso.
La storia
tra gli umani
e gli uomini
di silicio
non sta in
piedi e il
regista non
fa il minimo
sforzo a chiarirne
i passaggi,
vittima anche
di un doppiaggio
da far cascare
le braccia.
La tanto vantata
atmosfera
asettica e
rarefatta,
creata con
l’aiuto
del digitale,
si rivela
fastidiosa
e priva di
pathos. Un
film che non
comunica assolutamente
nulla, che
non serve
a nulla, che
non soddisferà
nessuno, quasi
un furto dover
pagare per
vederlo. Con
buona pace
degli innovatori
a tutti i
costi. |