LA SETTA DEI DANNATI
 
 

- Recensione -

 
Riti e dogmi del cattolicesimo sono da sempre temi affascinanti per i frequentatori del gotico. Questo "La setta dei dannati" strampalato horror di coproduzione tedesco-americana torna su terreni battuti anche di recente (Stigmate, The Body), con tutto l'armamentario dell'esoterismo alla X Files. Il prete Alex, appartenente all'immaginario ordine dei Carolingi, custodi della fede tanto intransigenti da essere scomodi anche per la Chiesa, indaga sul presunto suicidio del capo del suo ordine. E tutto ruota sul leggendario "mangiapeccati", che vive da secoli, assolvendo in punto di morte i peccatori che la Chiesa non può perdonare (tipo i suicidi) con un metodo singolare che consiste tra l'altro nell'ingestione letterale del peccato (una specie di leggero fluido trasparente che evapora).
 
  A dispetto della curiosa trovata centrale e di alcune scene suggestive, "La setta dei dannati" è troppo verboso e statico, tanto da rendere dubbia la sua autentica appartenenza al genere. L'utilizzo del set romano è piattissimo (pensate alla Roma di Bava e Argento...), il finale è tirato via. Rosalinda Celentano, assistente satanica, bissa il ruolo di The Passion. La Chiesa cattolica, poi, non ci fa una gran figura (c'è anche un malefico cardinale che attende la morte del papa per ascendere al soglio e tornare a una Chiesa guerriera).
 
 
   
Emiliano Morreale (Film TV)
 
 
   
 
     
     

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