September Tapes, ovvero
"Osama Bin Laden
Project": è
impossibile non fare
il paragone con Blair
Witch Project nel
commentare questo
film americano sull'Afghanistan
che entra a gonfie
vele nella galleria
dei falsi d'autore.
Un documentarista
americano sbarca a
Kabul nell'estate
2002 con un operatore,
assume un interprete
e va alla caccia di
coloro che danno la
caccia a Osama Bin
Laden. Vuole documentarne
la cattura. Strada
facendo scopriamo
che sua moglie è
morta nelle Twin Towers.
Fanno tutti una brutta
fine e tempo dopo
i loro nastri vengono
ritrovati, e ora li
vediamo. Questo ciò
che racconta il film
fino ai titoli di
coda. In realtà
è tutto finto.
I tre sono attori
che interpretano una
parte (l'operatore
è lo stesso
regista Christian
Johnston), la missione
in Afghanistan è
inventata. Sono vere
(e
non
è
poco)
le persone
che
i tre
incontrano:
leader
dell'Alleanza
del
Nord,
cacciatori
di taglie,
esponenti
dell'Afghanistan
post-talebano.
Girare
il film
non
è
stato
sicuramente
una
passeggiata.
Ma più
della
sostanza
politica
(non
nuovissima),
conta
la provocazione:
un falso
spacciato
per
vero,
allo
scopo
di costringere
gli
spettatori
a riflettere
su ciò
che
è
"vero
o falso"
nell'universo
dei
media.
La provocazione
è
riuscita.
Il film
un