SDF - STREET DANCE FIGHTER
 
 

- Recensione -

 
La galassia hip-hop comincia da un po' di tempo ad avere una sua piccola emulazione anche in Italia, sempre in forme auto-ghettizzate e di riporto, ma forse anche con una strana spontaneità "dal basso". Il successo di Honey, che ha spiazzato molti, era dovuto a un target femminile-adolescenziale, mentre questo appare piuttosto come un suo equivalente maschile. Meno scontato e stucchevole, con qualche accenno di realismo (o di retorica realista), e soprattutto con numeri musicali più genuini. La storia di Street Dance Fighters, produzione a basso costo che negli Usa ha incassato benissimo, è stereotipo puro: due amici fanno parte di una banda di danzatori di strada che tira su qualche soldo con le scommesse. Però fanno anche i corrieri della droga per uno spacciatore. Uno dei due si innamora della sorella dell'altro, che non
 
  la manda giù, e nello stesso tempo viene derubato dei soldi della droga, che deve restituire al boss. L'occasione sarà ovviamente una supersfida con un gruppo di bianchi fortissimi, con in palio cinquantamila dollari. Molto è dovuto alla forza dei numeri musicali, e all'efficacia dell'ambientazione notturna e metropolitana. La rozza genuinità dei numeri di questa gente di ghetto è infinitamente più vivace e simpatica del falsetto glam agli estrogeni di un film come Chicago.
 
 
   
Emiliano Morreale (Film TV)
 
 
  scheda recensione locandina  
 
     
     

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