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recensione il
resto di niente
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Maria de Medeiros
intensa e espressiva
dà vita al
personaggio di Eleonora
Fonseca Pimentel,
scrittrice realmente
esistita e che ben
conobbe gli anni delle
rivoluzioni avendo
attaversato il periodo
dalla fine del 1780
sino al 1798 ma che
soprattutto, visse
e raccontò
i cinque mesi della
Repubblica Partenopea
tramite il Monitore,
sorta di quotidiano
popolare col quale
provò a divulgare
le idee di libertà
e uguaglianza tentando
di avvicinare il popolo
a questi principi.
La vita non le risparmiò
nulla nonostante l’agiatezza:
provò la durezza
del carcere, la perdita
di un figlio amatissimo,
la codardia di un
marito gretto. Dopo
la caduta della Repubblica,
fu arrestata e condannata
morte. La sentenza
venne eseguita tre
giorni dopo nella
piazza del Mercato
a Napoli. Antonietta
de Lillo (I vesuviani,
Non è giusto)
ispirata dal romanzo
di Enzio Striano,
imbastisce un |
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ritratto
sofferto e
palpitante
sforzandosi
di non cedere
alla retorica.
La Medeiros
si carica
sulle spalle
l’intera
rappresentazione
e i suoi occhi
cristallini
comunicano
con grazia
anche i dolori
più
atroci. I
personaggi,
talvolta,
come il linguaggio
risultano
troppo teatrali
e in alcune
parti eccessivamente
verbosi ma
il buon lavoro,
quando c’è,
va premiato.
Apprezzabile
pellicola
fuori dal
coro che regala
un affresco
storico documentato
con attenzione.
(di Daniela
Losini) |
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