Produttore, tra l’altro,
di 'Lock & stock-Pazzi
scatenati' (1998)
e 'Snatch-Lo strappo'
(2000), Matthew Vaughn
conobbe, mentre viaggiava
in treno per andare
ad assistere alla
partita di calcio
Inghilterra-Germania
agli Europei del 2000,
J.J. Connolly, autore
del romanzo 'Layer
cake', che poi, tornato
in Inghilterra, si
procurò. “L’ho
trovato geniale, non
riuscivo a smettere
di leggere. Così
mi sono rivisto con
John [Connolly] e
ci siamo detti che
sarebbe stato un peccato
lasciare che qualcun
altro ci facesse un
film, perché
è veramente
un gran bel libro”.
Così Vaughn
giudicò l’esordio
su carta di Connolly,
che oggi porta sullo
schermo con il suo
primo lungometraggio
come regista, dal
titolo omonimo (ma
trasformato per la
distribuzione italiana
in 'The pusher'),
il quale vede protagonista
il Daniel Craig di
"The Mo-
ther'
(2003)
nei
panni
di un
elegante
e raffinato
individuo,
il cui
nome
non
ci viene
rivelato,
apparentemente
comune
uomo
d’affari
che
gestisce
un’agenzia
immobiliare,
ma in
realtà
trafficante
di ecstasy
e cocaina,
capace
di aver
fatto
fortuna
senza
sporcarsi
troppo
le mani
e senza
perdere
l’anonimato.
E durante
l’interessante
prologo,
la sua
voce
narrante
ci delucida
sul
“mestiere”
dello
spacciatore
di sosta-
nze
stupefacenti,
spiegando
in che modo
la droga,
nel corso
dei passati
decenni, abbia
cambiato tutto,
ed immaginandone
la futura
legalizzazione,
la quale avverrà
nel momento
in cui i potenti
ne avvertiranno
il notevole
potenziale
commerciale.
Il suo intento,
però,
è quello
di ritirarsi
dal giro,
per godersi
i guadagni
accumulati,
prima che
giunga la
vecchiaia.
Non prima,
comunque,
di aver portato
a termine
due incarichi
conferitigli
dal boss della
mala Jimmy
Price: ritrovare
la figlia
scomparsa
e tossicodipendente
del potente
criminale
Eddie Temple,
e fare da
intermediario
per l’acquisto
di un’enorme
partita di
ecstasy su
cui ha messo
le mani un
imbroglione
soprannominato
il Duca. Il
gioco, però,
si fa pericoloso
quando, nella
partita, entra
un rinnegato
signore della
guerra serbo.
Colm Meaney
(The snapper),
Kenneth Cranham
(Born romantic-Romantici
nati), George
Harris (I
predatori
dell’arca
perduta),
Jamie Foreman
(Il mistero
di Sleepy
Hollow) e
Sienna Miller
(Alfie) completano
positivamente
il cast di
The pusher,
dall’intreccio
che riserva
sorprese a
ripetizione,
fino all’ultima
inquadratura,
che pecca,
forse, soltanto
nell’eccesso
di nomi ed
elementi (soprattutto
per quanto
riguarda il
loro rapido
susseguirsi),
i quali rischiano
di mettere
in difficoltà
lo spettatore
intento a
seguire il
giusto evolversi
della storia.
Nel raccontare
questi contrasti
tra piccola
e grande criminalità,
Vaughn dimostra
di conoscere
perfettamente
il significato
della parola
regia, ed
a testimoniarlo,
oltre all’azione
ben dosata
e messa in
scena con
mestiere,
contribuisce
il sapiente
uso della
bella colonna
sonora, la
quale fa da
commento ad
una coinvolgente
vicenda, infarcita
con un pizzico
d’indispensabile
ironia, al
cui termine
scopriamo
di aver appreso,
tra l’altro,
che per fare
dei buoni
affari bisogna
essere prima
di tutto dei
buoni mediatori.