Tom Hanks e Robert
Zemeckis formano un
team cinematografico
(Forrest Gump e Cast
Away) che pur lavorando
con disciplina nell'alveo
dello standard egemone
ad Hollywood, non
disdegna (soprattutto
il regista) di mettere
alla prova, di assimilare
in un sistema narrativo
tradizionale tecniche,
tecnologie, sperimentazioni.
In Forrest Gump l'attore
si mescolava alle
immagini di repertorio
e ne diventava il
nuovo baricentro.
Con l'adattamento
per lo schermo del
best seller per ragazzi
"The Potar Express",
scritto da Chris Van
Alisburg, hanno trasformato
l'avventura notturna
di una vicenda squisitamente
natalizia in un costoso
(circa 160 milioni
di dollari) lavoro
da pionieri sulla
"performance
capture": la
possibilità
di digitalizzare la
recitazione degli
attori e trasformarla
in repertorio espressivo
di creature modellate
al computer. Cosa
valutare
di questo
piacevole
e, in
fondo,
classico
film:
Babbo
Natale,
gli
abeti
decorati,
i pacchi
infiocchettati,
gli
elfi,
le renne,
le slitte,
il treno
magico
che
corre
velocissimo
nella
notte
della
vigilia
su binari
da montagne
russe
verso
l'aurora
boreale,
Tom
Hanks
che
si moltiplica
in cinque
personaggi
o le
innovazioni
che
corrono
verso
una
meta
più
lontana
del
Polo
Nord?
Sarà
un'innovazione
rivoluzionaria
o una
bizzarria
senza
futuro? Nella
storia del
cinema le
"fratture"
del dispositivo
hanno sempre
svelato il
loro effettivo
rilievo col
tempo. (di
Enrico
Magrelli -
Film TV)