LE PASSEGGIATE AL CAMPO DI MARTE
 

recensione

 
Scrittura di Gilles Taurand (romanziere e sceneggiatore legato ad Andre' Techine') e Georges-Marc Benamou, ispiratosi al suo primo libro, "le dernier Mitterand", frutto delle interviste fatte al presidente nell' arco di 3 anni; nelle opere successive ha trattato la Resistenza e la Repubblica di Vichy, e' quindi logico che il film insista sulle ombre del passato, intorno alle discusse amicizie e alla data d' ingresso nell' opposizione al nazismo. Di Robert Guediguian ricordiamo "Marius e Jeannette", "la ville est tranquille", "Marie-Jo e i suoi 2 amori" (anche co-sceneggiati), con l' abituale gruppo di attori e la sua Marsiglia popolare. Politicamente attento agli spaccati sociali che predilige e delinea, in questo caso spiazza entrando nei palazzi di un potere affrontato dal lato umano, con cautela e distacco. Passato dalla destra  
 
alla sinistra, l' uomo del sogno socialista francese, 50 anni di vita pubblica di calibro internazionale. Conversatore amante della letteratura, sibillino, costretto dalla malattia a riflettere sulla morte, egocentrico al punto di chiamare a corte un giornalista scelto come depositario delle memorie negli ultimi mesi rimasti. Inespressivo Jalil Lespert, gia' protagonista dell' apprezzato "risorse umane", giovane idealista dal poco spessore, e palcoscenico per Michel Bouquet (interprete di celebri autori teatrali, al cinema collaborazioni predilette con Truffaut, Chabrol, Blier, Corneau), soverchiante. Differenza di statura e tono colloquiale a rischio unilateralita' e annacquamento, inadatti ad una fruttuosa, estesa riflessione storica. Disillusa passione etica, invernale solitudine della fine, interrogativi pudicamente sviati. Interlocutorio e insoddisfacente. (di Fedro)
 
 
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