Ammirevole e amorevole,
trasparente e didattico
nonno Oliveira.
Come dietro ogni suo film,
anche qui c'è ovviamente
un piano: preordinato, lucido!
Questo filme multo falado
è composto da due
film più un epiloghetto
finale che manda a monte
(anzi: a fondo) le prime
due parti. Primo film: una
volenterosa mammina, professoressa
universitaria di storia,
parte da Lisbona in nave
con la figlioletta per raggiungere
il marito a Bombay. Il viaggio
deve servire alla bambina
per imparare la storia del
mondo, il Portogallo colonizzatore,
la Marsiglia fondata dai
greci, le sirene, il Vesuvio
e Pompei, Atene patria dell'arte
e della filosofia, Istanbul
porta sull'Orien te, l'Egitto
dei faraoni, della biblioteca
di Alessandria e del canale
di Suez. Un compendio di
storia e cultura del Mediterraneo
(che sarebbe piaciuto a
Braudel), raccontato a spettatori
infanti
li
e all'oscuro
di tutto.
Secondo film:
sulla nave
sono via via
salite tré
eleganti signore,
la Deneuve,
la Sandrelli
e la Papas.
Insieme al
capitano americano,
a cena, parlano
con raffinata
eleganza in
inglese, francese,
italiano e
greco: e tutte
capiscono
tutto perché
oltre che
raffinate
sono anche
colte. Parlano
della babele
delle lingue,
della loro
vita sentimentale,
del futuro
dell'Europa
e del crollo
della civiltà
occidentale.
Po,i l'epilogo,
rapido ed
effica-
ce,
che non si deve raccontare.
Film di disarmata
semplicità,
teorema geometrico,
apologo cultural-politico-beffardo.
Oliveira non si fa
illusioni. C'era una
volta l'Occidente...(di
Bruno Fornara - Film
TV)