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Strage
in una villetta alla periferia
di Bruxelles. Madre, padre
e due bambini vengono falciati
da raffiche di mitra. La
polizia arresta un commerciante
sulla quarantina, indicato
da qualche "cugino"
(sono gli informatori nel
gergo francese) come il
boss dello spaccio di droga.
Lo interrogano in due, uno
sbirro socialista e una
ispettrice che pare subire,
e invece... Costruito per
metà come un giallo
da camera stile "Una
pura formalità"
di Tornatore, o meglio,
"Guardato a vista"
di Claude Miller, e per
metà seguendo una
trama di flashback che rivela
la storia vera del commerciante,
"Un onesto trafficante"
è un dignitoso polar
belga con le facce giuste
al posto giusto. Gigioneggia
Philippe Noiret nel ruolo
dell'anziano padrino dello
spaccio, ma è il
protagonista Benoìt
Verahert ad avere il fisico
del ruolo. Nella sceneggiatura
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nella
regia di Philippe Blasband
fa qua e là capolino
un po' di maniera, e ci
viene in mente che sono
davvero lontani i tempi
in cui i polizieschi à
la francais erano sempre
bellissimi. Ma di fronte
a un interrogatorio come
quello all'onesto commerciante,
che mette in discussione
i confini tra bene e male,
vero e falso, almeno ci
si diverte. E in tempi di
magra, per chi è
appassionato del genere,
è già qualcosa.
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Mauro
Gervasini (Film
TV) |
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