OH, MY GOD!
 

recensione oh, my god!

 
Passati dietro la macchina da presa, gli animatori del Romadocfest escono con "oh my God!" (54') di Simone Amendola e Sebastiano Bazzini, da un' idea di Francesca Cantarutti, e "106" (18') di Michele Citoni e Luca Franco, presentati al Detour nell' ambito della rassegna "Documenti Non Archiviati". Nel primo, a piazza Vittorio, considerata cuore della Roma multietnica, la proiezione delle partite di calcio della coppa d' Africa, occasione di incontro, comunicazione e conoscenza reciproca; qualche tensione, musica che si suona, canta e balla, embrioni identitari di micro-comunità. Il titolo è ripreso dall' esclamazione di un migrante di fronte alla protesta sparuta, attempata e strepitante del "comitato difesa Esquilino" contro l' invasione straniera e lo sperpero di denaro pubblico (dato il patrocinio del Comune); montata in  
 
alternanza con filmati su nazismo e seconda guerra mondiale, a ricordare le estreme conseguenze del germe dell' intolleranza. Scavando tra i vissuti personali, emergono esistenze nomadi, le cui radici sono altrove; il permesso di soggiorno da rinnovare, rinnovare e rinnovare; la ricerca del lavoro, il costo della vita, la carenza di diritti. Ma nonostante tutto, un prorompente vitalismo, tenace e fiducioso.

(Di Fedro)
 
 
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