La noia per chi è
solo e si trova in
pensione, la timidezza
come ostacolo alla
vita, la ricerca di
un amore da parte
di una donna che lavora
di notte come spazzina:
sono questi i tre
percorsi che animano
il film di Luca Miniero,
tre modi di vivere
la vita assai diversi
tra di loro ma che
trovano un punto d’incontro
nel dipanarsi delle
vicende e nello sviluppo
della trama di questa
strana storia di tutti
i giorni. Walter (Carlo
Delle Piane) è
un pensionato solitario
che cerca assolutamente
un’occupazione
per impiegare il tempo
libero: la sera guarda
in casa le cassette
registrate dei vecchi
programmi di Funari
e il giorno gira per
la città su
una vecchia motocicletta
in cerca della propria
anima da proteggere,
quel giovane che lavorerebbe
per ogni anziano a
casa, secondo una
statistica che Walter
ha notato un giorno
sulle pagine di un
quotidiano. Piero
(Pier
Francesco
Favino)
è
un giovane
timidissimo
che
lavora
come
impiegato
senza
avere
alcun
rapporto
con
i colleghi
d’ufficio,
mentre
la sera
si rifugia
nella
propria
casa
a sognare
una
storia
d’amore
con
una
netturbina
che
passa
sotto
la sua
finestra
nei
giri
notturni
di pulizia.
Ma la
riservatezza
di Piero
è
un limite
alla
sua
personalità,
un vincolo
che
assume
le vesti
di una
vera
e propria
insicurezza
che
gli
impedisce
di
avere relazioni
normali con
le persone
che gli stanno
vicino e lo
fa sembrare
un personaggio
goffo e inetto,
impacciato
anche nei
movimenti
come un manichino
o come un
personaggio
di Charlot.
Walter e Piero
hanno in comune
un’esistenza
appartata,
chiusa nel
piccolo spazio
delle loro
abitazioni
e caratterizzata
dalla presenza
di nessun
messaggio
in segreteria:
il loro incontro
cambierà
il corso degli
eventi, coinvolgendo
altri personaggi
fino al termine
del racconto,
con la nascita
di una storia
d’amore
e con un velato
senso d’ottimismo
a conclusione
della vicenda.
Ma se il messaggio
che giunge
alla nostra
segreteria
è quello
della possibile
presenza nella
nostra vita
di un angelo
custode che
ci protegga
e ci conforta,
la commedia
alla fine
resta su un
tono minore;
e, a parte
qualche idea
gradevole,
ci comunica
alla fine
poco e la
stessa veste
di favola
moderna non
sembra adatta
per questa
storia poco
credibile
e anche scarsamente
coinvolgente.