Ferdi e Alessandro
sono due adolescenti
della periferia torinese
(una Torino stravolta
a sbiancata, tutta
rumori e cantieri
senza centro). Vanno
a scuola ma preferiscono
scappare in riva al
fiume. Una voglia
di fuga li spinge,
per lo più
frustrata (mentre
il loro amico Toni
ce l'ha fatta e se
è andato).
Fuga dalla scuola,
da famiglie disastrate:
la madre di Alessandro
continuamente rivive
il dramma di una violenza,
il padre di Ferdi
è un operaio
alcolizzato e ammalato
a causa della fabbrica.
Al secondo lungometraggio
dopo "I nostri
anni", Gaglianone
adatta un romanzo
di Gianfranco Bettin
e mostra ambizioni
altissime, nei temi
e soprattutto nello
stile, lavoratissimo
e sperimentale, con
un lavoro di rara
potenza sul sonoro
e sulla fotografia,
a rendere un mondo
di adolescenti sospesi.
Poi, guasi per eccesso
di rigore, soffoca
i personaggi,
ingolfando
il film
di musica
e flashback
fino
a sfiorare
la ridondanza
(e le
parti
con
gli
adulti
riescono
meno
bene
di quelle,
intensissime,
con
i ragazzi).
Ma il
film,
anche
negli
eccessi
e negli
sprechi,
ha molto
da dire
ed è
coraggioso
e spesso
ispirato
(basti
vedere
come
rende
la montagna
e il
centro
d'accoglienza,
nell'ultima
parte
del
film).
(di
Emiliano
Morreale
- Film
TV)