LA MORTE SOSPESA
 

recensione la morte sospesa

 
Film-documentario tratto dall’omonimo libro scritto da Joe Simpson che racconta la tragica vicenda vissuta con l’amico di cordata Simon Yates sulle Ande Peruviane durante la scalata di una cima impervia, la Siula Grande. Nell’ambiente dell’alpinismo fu, ed è, un fatto che riscosse enorme risonanza. Simon si trovò a prendere la terribile decisione di tagliare la fune che lo collegava all’amico Joe e rientrò al campo credendolo morto. Il compagno, contro ogni pronostico, sopravvisse e per scagionare l’amico dalle durissime accuse che gli vennero mosse, scrisse il libro raccontando i fatti nudi e crudi. La scelta stilistica di effettuare una miscela tra il cinema e il documentario è stata fortemente voluta dal regista come dai protagonisti che oltre a raccontare in prima persona gli avvenimenti sono affiancati dalla recitazione degli attori  
 
che li impersonano. Una scelta purista per un lungometraggio insolito e cristallino di cieli, cime innevate e intenti. Mostra chirurgicamente i fatti esprimendo i punti di vista e i ricordi dei due amici con le conseguenti esperienze laceranti. C’è spazio per riflettere sulla capacità di sopravvivenza in situazioni al limite, amplificate dalla solitudine e dalle difficoltà straordinarie di di un’esperienza del genere. Prendere decisioni  
lancinanti per auto-preservarsi, riflettere sulle capacità di adattarsi anche alle situazioni più gravose sono gli elementi psicologici che emergono dalla vicenda e dalla pellicola. Si potrebbe aprire un dibattito retorico sul perché uno le grane se le va a cercare in qualche modo, ma le passioni sono passioni e non si discute, e il rischio è connaturato all’attività alpinistica come del resto ad ogni vera passione che si rispetti.
(di Daniela Losini)
 
 
  Scheda Recensione Locandina  
 

Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2004. Tutti i diritti sono riservati.