L'obiettivo dei protagonisti
del film è
quello di scovare
un favoloso tesoro
nascosto in qualche
angolo degli Stati
Uniti. Un tesoro che
ha origini antiche
e oscure e in cui
si intrecciano, tra
fatti accertati e
invenzioni da seduta
di sceneggiatura,
la congrega dei Cavalieri
Templari, la Massoneria,
i Padri Fondatori,
la Dichiarazione d'Indipendenza
redatta da Benjamin
Franklin e firmata
il 4 luglio 1776.
Sul retro di guel
prezioso documento
è nascosta
la mappa per arrivare
al luogo dove è
custodito il tesoro.
Bisogna rubare la
Dichiarazione, decrittarne
i segreti, combinare
un reticolo di indizi
e accedere all'ultimo
livello, alla casella
finale. È un
intreccio stratificato
come quello di alcuni
videogame e di alcuni
giochi strategici
da tavolo che divertono
e forniscono ai giocatori
una messe consistente
di informazioni storiche
e
geografiche
(distinguendo
quelle
da enciclopedia
da quelle
di pura
fantasia).
Per
Benjamin
Franklin
Gates
(Cage),
erede
di una
famiglia,
sottostimata,
che
da sei
generazioni
setaccia
indizi
sul
"national
treasure"
e raccoglie
insuccessi,
la soluzione
del
caso
è
un dilemma
personale
e genealogico.
Ed è
anche
un'identificazione
da gioco
di ruolo:
somigliare,
nel
coraggio
di fare
qualcosa
di apparentemente
illecito
per realizzare
qualcosa di
giusto, ai
padri della
Patria. Partecipa,
ovviamente,
alla caccia
al tesoro
una banda
di cattivi.
Il ritmo è
incalzante,
i personaggi
sono pure
funzioni narrative
(Bartha è
una buona
spalla), il
montaggio
non annoia,
la musica
è da
emicrania.
(di Enrico
Magrelli -
Film TV)