Dopo Beckham, Jane
Austeri: Gurinder
Chadha (la regista
di "Sognando
Beckham", enorme
successo di pubblico
nel 2002) trasporta
"Orgoglio e pregiudizio"
dall'Inghilterra del
XVIII secolo all'India
di oggi (più
tradizionalista dell'Occidente
e più segnata
dalle caste), trasforma
il contegnoso Darcy
in un giovane albergatore
di Los Angeles che
medita di aprire un
hotel in India, il
suo amico Bingley
in un ricco indiano
britannico. Le più
esplosive restano,
ovviamente, le ragazze,
alla ricerca dell'amore
o solo di un marito,
comunque insoddisfatte
e più emancipate
di quanto la società
non consenta. Tra
intrecci di coppie,
sguardi e battibecchi,
fidanzamenti e abbandoni,
matrimoni più
o meno assortiti,
si snodano i numeri
di canto e ballo della
tradizione hollywoodiana.
Colori, fiori, dolciumi,
tessuti, elefanti,
donne
bellissime,
ricchi
premi
e cotillon:
nonostante
lo sfarzo,
pesa
su tutto
come
un'aria
di "povertà",
da "musicarono"
napoletano,
da veglione
di fine
d'anno
andato
a male,
che
non
corrisponde
al fascino
fastoso
cui
ci hanno
abituati
film
con
Devdas
o Asoka.
E il
numero
musicale
a LA,
con
i cori
alternati
dei
battisti
e dei
surfisti
e il
tramonto
rosso
fuoco
sui
due
innamorati
è
un campionario
non
si sa
se sa
di
kitsch
inconsapevole
o di trash
studiato.
Forse, per
piacere all'Occidente,
Bollywood
può
bagnarsi solo
nel Gange.
(di Emanuela
Martini -
Film TV)