THE MASK 2
 

recensione the mask 2

 
Come si racconta un film che nasce orfano dell’incredibile faccia di Jim Carrey (alla larga gli snob che non sanno apprezzare le sue doti recitative) e che dopo due minuti dall’inizio sfodera il cattivo Alan Cumming (attor capace e di spessore) con le ciglia lunghe, il gloss sulle labbra e la pettinatura di un mentecatto? Come si racconta una pellicola che ruota la macchina da presa attorno alle facce monoespressive di una coppia di genitori che discettano come fumetti e che partoriscono un cartone animato? Come ve lo dico che le gag sono trucide e che giocano quasi tutte sulla rumoristica in dotazione all’essere umano e quando non utilizzano tale registro, non fanno ridere comunque? Come lo scrivo che l’unica cosa che funziona è il rapporto sadico tra il neonato con poteri e il cane mascherizzato e che comunque Will il  
 
Coyote e Bip Bip avevano già eccelso in materia? E ancora, come spiegare che la cosa migliore vista è uno spezzone di cartone animato vecchio come il cucco con la rana canterina che interpretava il Vaudeville e che faceva impazzire il suo impresario? Dicendo che sulla croce rossa non si spara. Soprattutto quando i colpi son già stati usati tutti. (di Daniela Losini)  
 
 
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