Come si racconta un
film che nasce orfano
dell’incredibile
faccia di Jim Carrey
(alla larga gli snob
che non sanno apprezzare
le sue doti recitative)
e che dopo due minuti
dall’inizio
sfodera il cattivo
Alan Cumming (attor
capace e di spessore)
con le ciglia lunghe,
il gloss sulle labbra
e la pettinatura di
un mentecatto? Come
si racconta una pellicola
che ruota la macchina
da presa attorno alle
facce monoespressive
di una coppia di genitori
che discettano come
fumetti e che partoriscono
un cartone animato?
Come ve lo dico che
le gag sono trucide
e che giocano quasi
tutte sulla rumoristica
in dotazione all’essere
umano e quando non
utilizzano tale registro,
non fanno ridere comunque?
Come lo scrivo che
l’unica cosa
che funziona è
il rapporto sadico
tra il neonato con
poteri e il cane mascherizzato
e che comunque Will
il
Coyote
e Bip
Bip
avevano
già
eccelso
in materia?
E ancora,
come
spiegare
che
la cosa
migliore
vista
è
uno
spezzone
di cartone
animato
vecchio
come
il cucco
con
la rana
canterina
che
interpretava
il Vaudeville
e che
faceva
impazzire
il suo
impresario?
Dicendo
che
sulla
croce
rossa
non
si spara.
Soprattutto
quando
i colpi
son
già
stati
usati
tutti.
(di
Daniela
Losini)