Quando sin da bambino,
i genitori e gli insegnanti
ti mettono in testa
di essere un predestinato,
un talento, una specie
di fenomeno, finisce
che te ne convinci
anche tu. E non importa
quanto la strada possa
essere lunga e tortuosa,
un sogno si insegue
ad occhi chiusi, con
spensieratezza adolescente,
con passione, concedendosi
totalmente e senza
mezze misure. Ma quando
i sogni svaniscono,
bisogna avere il coraggio
e l’onestà
di accendere la luce.
Ma 'Quando Arrivano
le Ragazze?', il nuovo
film scritto e diretto
da Pupi Avati, racconta
la storia del sassofonista
Gianca (Paolo Briguglia)
e del trombettista
Nick (uno splendido
Claudio Santamaria),
della loro amicizia
e della comune passione
per la musica e le
ragazze. Cose, queste
ultime, che entrambi
vivono con approcci
diversi: l'uno convinto
di saper leggere le
donne co-
me
legge
le note,
con
schemi
precisi
e un
pò
scolastici,
l’altro
più
goffo
e spontaneo.
Proprio
le donne
e la
musica
sono
destinate,
dopo
averli
avvicinati,
a separarne
i destini,
con
gradualità
e rammarico,
come
succede
dopo
aver
percorso
un tratto
di vita
insieme.
Capita,
infatti,
che
le persone
scivolino
lentamente
via
dall’abbraccio
che
li unisce.
Tutta
l’opera
gira
attorno
al concetto
di luminosità,
che
sia
lo splendore
ormai
sopito del
padre di Gianca
(una struggente
interpretazione
di Johnny
Dorelli) o
il timido
bagliore affievolito
dello stesso
Gianca, l’improvviso
lampo accecante
del talento
di Nick o
la scia duratura
della cometa
Francesca
(impersonata
da una stucchevole
Vittoria Puccini,
probabilmente
convinta di
essere ancora
sul set di
Elisa di Rivombrosa).
Una pellicola
in cui rimorsi,
gelosie, grandi
amicizie e
sogni infranti
o inaspettati
si mescolano,
a formare
un intreccio
tra passato
e presente
in cui ognuno
finirà
col trovare
il suo posto,
come in un
puzzle. E
finalmente
i falliti
si metteranno
l’anima
in pace e
torneranno
alla realtà,
illuminati
dalla polvere
di una stella
cometa che
si allontana.
(di Antonio
Nasso)