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Per
poter realizzare la trilogia
su Aldo Moro, operazione
che in effetti ha in cantiere
da tempo, Aurelio
Grimaldi nel ruolo
di se stesso accetta di
dirigere il sequel delle
Barzellette
dei Vanzina. Il produttore
gli affianca due consulenti:
uno è il borgataro
Stefano Masciarelli,
l'altro è Alvaro
Vitali. Come spesso
succede dietro le quinte
del cinema italiano, il
canagliesco produttore s'intasca
i soldi (pure quelli di
Grimaldi) e
scappa a Montecarlo con
Ferrari e bionda d'ordinanza.
Tutti i personaggi coinvolti
in questo film, quelli veri
intendiamo, più che
tenere famiglia tengono
in cantiere progetti "seri".
Grimaldi la trilogia, Colella
la trasposizione della sua
pièce teatrale Tragedia
a vapore e Leonardo Giuliano,
l'altro regista, un film
sul giornalista Antonio
Russo ucciso in Cecenia.
Allora, perché non
"cedere" a una
produzione alime- |
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ntare
puntando sull'(auto)ironia?
Ce n'è per loro (Grimaldi
cerca d'impiccarsi sulla
sceneggiatura del Macellaio)
e per noi, spettatori "impegnati"
come quelli della sezione
Ds che di fronte all'idea
di un film su Moro nicchiano
ma per carità, un
sequel di Barzellette, vuoi
mettere poi come ne parlerà
bene "L'Unità"?
Ladri di barzellete è
naìf, amatoriale
nella confezione, però
non cerca di nasconderlo.
Post-scriptum per Grimaldi:
sul ruolo del "grande
vecchio" della trilogia
promesso a Vitali ci contiamo!!
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Mauro
Gervasini (Film
TV) |
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