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Il
regista e sceneggiatore
inglese Bill
Condon prosegue,
con equilibrio
e sensibilità
personali, quel
discorso umanistico
compiutamente
elaborato con
Demoni e Dei,
nel 1998. I
suoi sono biopic
anomali, e non
tanto per la
tematica scelta:
gli elementi
biografici non
sono trattati
in modo sistematico
con il principale
scopo di ricostruire
eventi peculiari
di una vita,
inserendoli
in un’epoca,
ma sono tracciati
sottopelle negli
elementi del
film, in senso
prospettico,
per restituire
del profilo
del personaggio
una analisi
tangibile dell’uomo.
Demoni e Dei
affronta la
personalità
del regista
inglese James
Whale (Frankestein,
L’uomo
invisibile),
che fu portato
a Hollywood
da Howard Hughes
(Mr. Aviator
in persona)
che lo assunse
come direttore
dei dialoghi
di Hell’s
Angels. Il film
di Condon affronta
esclusivamente
il periodo imminente
la |
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Ascese
e discese (non
solo metaforiche)
dello scienziato
Alfred Charles
Kinsey che studiò,
durante il lasso
di tempo che
va dagli anni
trenta agli
anni cinquanta
quando masturbarsi
portava alla
cecità
e il sesso alla
malattia, il
comportamento
sessuale degli
esseri umani.
Iniziò
come zoologo
catalogando
le vespe delle
galle sino a
trasferire le
sue capacità
d'osservatore
al mammifero
bipede, portando
alla luce il
pullulante e
sotterraneo
d'esperienze
e racconti del
vissuto erotico
umano. Venne
sovvenzionato
dalla Fondazione
Rockfeller e
il primo libro
sul comportamento
sessuale, quello
dedicato ai
maschietti,
ebbe una risonanza
e un impatto
enorme su tutta
la comunità
americana e
mondiale ma
nulla se proporzionato
alla pubblicazione
di quello riservato
all'altra metà
del cielo che
gli valse il
ritiro dei fondi,
l'attenzio-
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sua
oscura e “romanzesca”
morte, calandosi
in quell’alone
di elementi
che ispirarono
Billy Wilder
per la realizzazione
di Viale del
Tramonto. Qui
egli orchestra
la storia di
Alfred C. Kinsey,
lo scienziato
che pubblicò
nel 1948 Sexual
Behaviour In
The Human Male,
seguìto
pochi anni più
tardi da quello
sul comportamento
sessuale delle
donne (scandalo
e ignominia)
e da quello
degli animali
(come mostra
l’amorevole
postilla nei
titoli di coda).
La prospettiva
scientifica
in cui Kinsey
si ritrovò
a operare e
restituita appieno
dal film è
che ogni individuo
è differente
da tutti gli
altri, per le
sue capacità
e nelle sue
inclinazioni.
La nozione si
fa ‘cognizione’
quando si prende
in considerazione
l’attitudine
sessuale. Quei
testi sconvolsero
letteralmente
l’opinione
pubblica statunitense,
imprimendo in
molte persone
una veloce presa
di coscienza
sulla propria
identità
sessuale, contribuendo
alla liberalizzazione
delle abitudini
e dei giudizi
in merito e
soprattutto
in “fatto”
di sesso, stabilendo
quello svincolo
significativo
espresso e vissuto,
in maniera sempre
più diffusa,
soprattutto
in ambito della
controcultura
giovanile, dall’epoca
dei beatniks
e degli hippies
alla scena glam
e punk, fino
alle sedimentazioni
dell’underground.
Per contro negli
Stati Uniti
affollano associazioni
più o
meno istituzionalizzate
(laiche, religiose
o semplicemente
‘settarie’)
dagli scopi
edificanti,
la cui voce
è singolarmente
e noiosamente
più forte
oggi che negli
anni in cui
la controcultura
era più
viva (provate
a navigare tra
gli argomenti
di family.org,
fatevi due allibite
risate). Nella
sua globalità
l’opera
di Kinsey divulga
risultati statistici
conseguiti mediante
una fitta documentazione
ottenuta “sul
campo”
tramite migliaia
di interviste
dirette. Per
garantire obiettività
alla indagine,
Kinsey addestra
gli operatori
della sua equipe
a un contegno
professionale,
un approccio
fondato sulla
ritenzione emotiva
e sul rispetto,
necessari visto
l’esplicito
riferimento
a un argomento
così
intimo, e che
risulti efficace
a partire dalla
postura e dal
linguaggio reattivo
del corpo. Il
film ne adotta
il metodo, costruisce
in flashback
le problematiche
dell’adolescenza
del dottor Kinsey
e riesce a fornire
allo spettatore
una precisa
distanza di
osservazione,
calandolo nell’atmosfera
preparatoria
con cui l’indagine
viene concepita.
Liam Neeson
è il
solito agile
‘gigante’,
delicato e conciso
nell’accentrare
su di sé
le varie sfaccettature
del vissuto
di Kinsey, più
che un biologo
un poeta della
natura alla
Whitman, o un
medico. Perciò
studia le necessità
espressive psicofisiologiche
dell’uomo
sperimentandole
e investigandole
nei suoi intimi
affetti. Grande
complicità
nella interpretazione
‘a fior
di pelle’
di Laura Linney,
sua moglie ideale.
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ne
dei maccartisti
che, sintetizzando
brutalmente,
non sopportarono
di sentirsi
raccontare che
le madri, le
sorelle, le
mogli avessero
ma soprattutto
praticassero,
certi strani
pensieri. Bill
Condon (Demoni
e deì)
passa dal tentar
di tessere un
ritratto umano
e sincero dello
studioso supportato
dalla moglie
e da un fidato
gruppo di collaboratori/sperimentatori
delle teorie
elaborate da
lui stesso,
al narrare con
riconosciute
intenzioni d'osservatore
le varie fasi
della vita vera
e scientifica
del professore
ma scadendo
nell'imbarazzante
non tanto nella
schiettezza
delle immagini,
dei dialoghi
e dell'invidiabile
apertura mentale
dei protagonisti
quanto nella
retorica dello
scienziato umanista
mosso dall'altruismo
e l'eccessiva
faciloneria
nel risolvere
alcuni snodi
fondamentali
(la contaminazione
col lato oscuro
del sesso, l'intervista
col perverso,
il colloquio
col padre) con
la via subitanea
di chiuse irrisolte.
Non è
dunque per bacchettonismo
che si riporta
l'attenzione
sul fatto che
sviscerar troppo
in genere è
il contraltare
dell'omertà
e che la misura
reclama il suo
posto. Non è
per perbenismo
ricordare che
la linea tra
l'ossessione
e la perseveranza
è sottile
e elastica quanto
l'imene. Per
queste ragioni
la soluzione
suggerita che
nell'amore risiede
qualunque morale
(seppure condivisibile)
non soddisfa.
Come un bel
quadro che mostra
ma non seduce.
Come una quieta
relazione, che
nutre ma non
sazia. |
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