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Ma
davvero l'Argentina non
produce qualcosa di meglio
del tremendo Valentin di
Agresti e di questo Kamchatka?
Anche qui, come nell'altro
film, c'è di mezzo
un bambino, solo che la
scelta del punto di vista
infantile qui è il
mezzo per evitare di fare
i conti fino in fondo col
tema scelto: il grande fantasma
della dittatura dei colonnelli.
Il film narra l'idillio
campestre di una famiglia
di dissidenti che si rifugiano
in una villa abbandonata
nel giorno del golpe. Siccome
il protagonista è
un bambino, si evita di
raccontare davvero la tragedia
e la vergogna dei desaparecidos.
In compenso abondano tutti
i cliché del genere
la storia attraverso gli
occhi del bambino: i genitori
angosciati visti da dietro
lo stipite di una porta,
una figura mitica come simbolo
della fantasia e della speranza
(qui è il mago Houdinì),
la voce |
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off
col senno di poi. Gli attori,
inchiodati a personaggi
inesistenti, non possono
nulla. Il titolo (che è
il nome di una regione russa)
ha proprio l'origine che
immaginano tutti i conoscitori
del "Risiko",
col quale giocano padre
e figlio nel film. Ma indica
anche, come dice senza pudore
la voce off nell'ultima
battuta, «un posto
dove resistere».
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Emiliano
Morreale (Film TV) |
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