Il destino di Kevin
Smith è stato
singolare. Autore
di un esordio microscopico
e leggendario, Clerks,
ha poi infilato una
serie di flop che
la metà basterebbero.
E chissà se
c'è una punta
di autobiografismo
nel ritratto di Ollie,
giovane press agent
di successo (Affleck)
che nel 1994 (l'anno
di Clerks...) molla
tutto e torna nel
New Jersey dal padre.
All'origine c'è
la morte per parto
della giovane adorata
moglie (Lopez) che
lo lascia solo con
la neonata. Stressato
dal lutto e dalle
nuove responsabilità,
Ollie fa ciò
che un ufficio stampa
non dovrebbe mai fare:
mandare a quel paese
tutti i giornalisti
- e a quel punto deve
andar via da New York.
Nel New Jersey, mentre
guida il camion della
spazzatura e alleva
la figlia, conosce
una commessa di videoshop
(Tyler). La figlia
fa di tutto per farli
mettere insieme, e
forse si tornerà
a
New
York.
Melenso
e abborracciato,
il film
è
prevedibilissimo,
e brucia
alcune
possibili
eccentricità
dello
script
(la
morte
della
Lopez
dopo
venti
minuti,
Affleck
vedovo
casto
ma pornomane).
Gli
attori
sono
inadatti,
e la
piccola
prosseneta
poi
insopportabile.
La canzone
eponima
di Tom
Waits
per
fortuna
si sente
solo
sui
titoli
di coda
(in
un'indimentibile
esecuzione
di Springsteen):
sarebbe
stato
uno
strazio
vederla
accompagnare
questa roba.
(di Emiliano
Morreale -
Film TV)