IO, LEI E I SUOI BAMBINI
 

recensione io, lei e i suoi bambini

 
La commedia “Io, lei e i suoi bambini” presentata dai Revelation Studios e firmata da Brian Levant è la riprova di come un prodotto mediocre e privo di originalità possa essere campione d’incasso negli Stati Uniti. La trama è di facile lettura. Nella speranza di entrare nelle grazie della bella Suzanne, una giovane mamma divorziata, l’avvenente Nia Long, Nick decide d’intraprendere un lungo e periglioso viaggio per portare i figli della ragazza a Vancouver. Il tipo è Ice Cube, proprietario di un negozio di collezionismo sportivo, detesta i bambini ma decide di usarli come pedine per raggiungere il suo scopo. Verrà invece conquistato dalla tenacia con cui i ragazzi lottano per tenere insieme i genitori divisi. La comprensione del senso della famiglia, trasmesso dai figli di Suzanne, rimane l‘unico significato del film trasformando Nick da scapolo inte-  
 
gerrimo ad affettuoso papà. Dopo aver menzionato la prova offerta da una talentuosa Aleisha Allen che ci delizia con una performance di Respect degna di Aretha Franklin non rimane altro da sottolineare se non un film frammentario, noioso e retorico. L’inserimento di Ice Cube in una commedia di genere è la sola “trovata” di una pellicola che resta ben lontana da una dignitosa sufficienza. Il tentativo dell'at-  
tore-musicista americano, qui anche produttore del film, di proporsi in una nuova veste risulta anonimo e ci consegna una prova grossolana e noiosa. Dal punto di vista drammaturgico, l’evoluzione del protagonista è banalmente proposta, la storia d’amore, tragicamente sciropposa, è particolarmente ruffiana e le trovate comiche sono scontate e ripetitive. Tutto questo fa di “Io, lei e i suoi bambini” la tipica commedia rivolta ai più piccoli che dovrebbero essere però accompagnati al cinema da baby-sitter ben retribuite. (di Emanuele Pierozzi)
 
 
  Scheda Recensione Locandina  
 

Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2004. Tutti i diritti sono riservati.