Antoine lavora come
maìtre in un
importante ristorante
parigino ed è
"felicemente"
fidanzato. La sua
vita, anodina e metodica,
è messa a soqquadro
dal casuale incontro
con Luis, uno sfigato
e rozzo provinciale
che tenta il suicidio
dopo essere stato
abbandonato dalla
sua ragazza Blanche.
Antoine, soggiogato
dal complesso del
buon samaritano, aiuta
quell'uomo in difficoltà,
anche a prezzo di
sconvolgere la sua
vita così fintamente
perfetta cercando
di riavvicinarlo a
Blanche. È
un cinema essenzialmente
di parola che si rifà
alla classica commedia
francese basata sul
canonico meccanismo
dialogico di campo
e controcampo, azioni
che provocano reazioni
comiche mai grossolane
e qualche equivoco.
E si potrebbe citare
molto cinema francese
degli ultimi anni
per trovare assonanze
evocate da questo
film di Pierre Salva-
dori,
"madeleine"
rinforzate
anche
dai
volti
dei
protagonisti,
noti
e molto
noti
del
cinema
transalpino
a partire
da quello
di Daniel
Auteuil
che
dimostra
ancora
una
volta
la sua
bravura.
Il film
si sostiene
principalmente
sulla
sua
trasformazione
nel
corso
degli
avvenimenti;
dapprima
gelido
e quasi
distaccato,
per
poi
restare
in balia
delle
emozioni
che
quasi
lo travolgono
alla
vista
della
bellezza
imperfetta
di
di
Blanche, interpretata
da una deliziosa
Sandrine Kiberlain.
Peccato che
José
Carda, che
ha preso il
posto previsto
per Alain
Chabat, non
lo sostenga
adeguatamente
nel ruolo
comprimario
e provochi
al film qualche
che battuta
a vuoto. (di
Fabrizio
Liberti -
Film TV)